03/11/16

UOMINI COMPLICATI di Miss Holmes

Da quando ho imparato che allo scoccare dell’ottobre l’unica mia salvezza sta nelle proprietà antidepressive dell’iperico, l’autunno e l’arrivo dell’oscurità che segue al cambio dell’ora hanno smesso di essere orribili momenti di sprofondamento nella depressione e si sono trasformati in occasioni di blanda riflessione sull’anno trascorso.

In questi giorni, complice qualche uscita in più e alcuni mesi complessi alle spalle, mi son trovata a chiedermi: ma da quando gli uomini son diventati così complicati?
Non complessi, proprio complicati.

Dando per scontato (e non sempre lo è, ma io finora son stata fortunata) il grado medio di civiltà, può capitare di imbattersi in tipi umani che spaziano dall’imbarazzante al seriamente preoccupante.
C’è il maschio spaventato dai rapporti a lungo termine: vagamente offensivo, almeno secondo me. Perché se mi dici che non te la senti di avere una relazione stabile al secondo appuntamento, caro mio, vuol dire che pecchi almeno di supponenza. Cosa ti fa pensare che io invece desideri rivederti anche una volta sola? Magari ti puzza l’alito, magari hai gusti orrendi, magari porti i calzini bianchi di spugna, magari ce l’hai piccino o lo usi male. O magari, semplicemente non ci avevo neanche pensato. Quindi, già ti trovi sbilanciato. A questo punto però ci sono due varianti: a salvarsi in corner è quello che appena gli dici “ma io mica ti voglio sposare?!”, ti fa un sorrisone, salta sul letto e ti fa divertire per almeno due ore. Pollice verso invece per il tipo che ci resta male o mette il muso, perché non se l’aspettava che tu osassi discostarti dai suoi stereotipi sulla femmina che vuole sempre accasarsi: in questo caso vale solo la fuga, dignitosa o meno, fate voi.

Poi ci sono quelli a cui piaci e lo sai. Sai anche che non hanno un’altra, non sono sposati, che hanno il tuo numero di telefono, che quando vi guardate fate “frissssssssssshhhhhh”. Dopo un po’ di tempo uscite. State bene, anche se tu ti senti un po’ sulle uova. Ma va bene, vi piacete a pelle, molto. Lui manda messaggi. Tu rispondi. Peccato che lui all’improvviso non risponda più. Non lo fili per due giorni allora riscrive. Vi rivedete. Altri messaggi, altre sparizioni. Cominci a sospettare che sia narcolettico, ma l’attrazione è ancora troppo forte. Ti invita a casa sua, ci vai. Sei anche un po’ emozionata. Quando vi baciate iniziano a suonare le campane: proprio dindondan. 

Quando devi andare, lui ti ha già invitata a cena per la sera dopo. Dopo cinque minuti che sei uscita da casa sua ti ha già scritto tre messaggi maliziosi. Peccato che poi smette di nuovo di rispondere e la mattina dopo ti chiede di rimandare la cena di qualche giorno perché “non si sente a suo agio”. Rispondi “che palle” (che non sarà proprio francese, ma rende bene) e lo cancelli dalla rubrica, da Facebook e da Whatsapp.

L’ultimo tipo in cui mi sono imbattuta, e devo dire che può offrire anche qualche vantaggio, è il tipo lento. Se aspetti che ti scriva, fai in tempo a farti la ceretta integrale, il gel ai piedi, il colore ai capelli e anche la pulizia del viso. 

Ha i bioritmi rilassati, la pressione bassa e stuzzica enormemente lo spirito di osservazione di chi ha una vocazione sperimentale nell'approccio al mondo. Se sei interessata a capire com’è fatto hai tutto il tempo per guardarlo muoversi fuori e dentro il suo habitat, perché lui è calmo. Non va di fretta. Raramente si fa sentire prima del crepuscolo. Se speri di prenderci un caffè invece di cenarci assieme lo devi chiamare tu, altrimenti scordatelo. Ha picchi di cortesia da gentleman ormai in disuso: ti accompagna a piedi fin sotto casa, ti porta a braccetto, si scusa per il disordine che ha in casa e risponde a qualsiasi richiesta tu possa fare. Però con calma. È un ottimo compagno per quei momenti in cui vuoi essere sicura di conoscere bene qualcuno prima di procedere con qualsiasi cosa, fosse solo una serata di sesso: ti racconta molto di sé, si adopera per fare colpo, ha modi di accorciare le distanze così old fashioned che basta un’ora in sua compagnia per trasformare un’aspirante scaricatrice di porto in una giovane protagonista di Jane Austen. Che va anche bene, in certe situazioni.  

E questi son solo un minuscolo campione dei tipi complicati di cui dicevo sopra. Mi capita sempre più spesso di passare serate con donne di trenta, quarant’anni, attraenti, competenti, intelligenti, informate, curiose, che fissano il vuoto oltre il bicchierone dello spritz con le mani nei capelli e ripetono “Io non capisco, guarda” con un tono di voce tra il disorientato, il divertito e lo sconvolto.
E allora mi chiedo: ma siamo diventate noi il sesso confuso?




Nessun commento:

Posta un commento