In
piazza del Duomo, di fianco alla farmacia in angolo con Borgo San
Lorenzo, c’era un piccolo negozio che faceva, fino a notte
inoltrata, piccoli panini farciti molto gustosi, luogo abbastanza
raro per l’epoca. La notte del 3 novembre ’66, verso le 1,30, ero
là con due amici e mentre gustavamo l’ambito panino guardavamo
stupiti il Battistero circondato alla base da un carosello di
acqua piovana.
La
mattina dopo, giorno di festa a scuola, mi attardavo pigramente a
letto quando un mio amico venne a casa mia, in via Jacopo Nardi,
e, invitandomi ad alzarmi, mi disse: “vieni a vedere l’Arno in
Viale Mazzini”; ovviamente pensai a una bufala, ma mi affrettai a
seguirlo incuriosito…
Il
resto è noto.
Con
alcuni amici ci organizzammo e decidemmo di dare aiuto alle persone
in difficoltà nel centro di Firenze, senza alcuna priorità, alla
Biblioteca Nazionale c’era anche troppo affollamento, del resto
anche in altre città già stavano organizzando, per i fine
settimana, aiuti alla biblioteca con il tour “angeli del fango”
(eravamo, inutilmente, già polemici…).
Ma,
come dicevo, il resto è noto.
Ricordo
con piacere quando la sera, spogliati dei vestiti fangosi, ripuliti
alla meglio, senza acqua e luce, ci ritrovavamo con amiche e amici,
alla luce di una candela, per raccontarci la giornata passata
godendoci il fumo di una rara e benedetta nazionale semplice.
Quando
capita di parlare di quell’evento dico spesso che lo ricordo come
uno dei periodi più belli della mia vita, certo avevo 19 anni e
c’era ancora tanto futuro, ma del sentimento solidale e diffuso che
ho provato in quel periodo non ne ho più avuta la sensazione.
Inoltre, forse per reazione al disastro che giornalmente si mostrava
ai nostri occhi, si manifestò una certa disponibilità ad uno
scambio di amorosi sensi… via, eravamo angeli, ma molto laici!
Come
ricordo tangibile dell’alluvione mi è rimasto il disco “The
Beach Boys – introduce Barbara Ann”: presso un “dancing” in
località Scopeti di Fiesole fu organizzato uno spettacolo per la
raccolta di fondi pro alluvionati e all’interno della
manifestazione, sulla scorta di un programma radiofonico allora in
auge, fu confezionata la competizione canora “bandiera gialla”
con in palio il disco summenzionato; tra i pochi partecipanti
Riccardo Marasco (non ancora menestrello toscano), che eseguì
splendide canzoni ottocentesche napoletane , e io con le mie prime
canzoni autoriali. Vinsi io, immeritatamente e probabilmente perché
giocavo in casa…
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