21/11/16

LA MIA ALLUVIONE di Gianna Scoino

Durante l’alluvione  frequentavo la quinta ginnasio e vivevo a Brescia con mia madre ed il suo nuovo marito. Ci eravamo trasferiti là nel ‘64 con mio grande dispiacere… lasciavo Firenze, la casa della amata  nonna, con la quale avevo  passato l’infanzia, e tutti i miei amici.
Inoltre avevo avuto il divieto di frequentare il liceo artistico ed ero stata costretta a seguire le volontà familiari ovvero frequentare il liceo classico, come si addice a una brava ragazza!
Il liceo Arnaldo di Brescia era allora una specie di lager, dove tutti indossavamo grembiuli neri e calzettoni bianchi, io con la mia insofferenza e rabbia studiavo, studiavo e studiavo, ma odiavo tutti e tutto, rendendo la vita assai difficile a mamma Fausta e al compagno Francesco.
Quando l’Arno straripò i miei si precipitarono a Firenze dove erano rimasti a vivere i due figli grandi del primo matrimonio di Francesco, lasciandomi sola a casa per non perdere giorni di lezione a scuola. Mi ricordo quella settimana bellissima, nonostante i racconti drammatici che ascoltavo al telefono! Ero libera di scandire le mie giornate come volevo, mangiare schifezze a qualsiasi ora, e architettare una protesta personale con grande soddisfazione.
Presi pennelli e colori che tanto amavo e cominciai a dipingere sulle pareti di casa tutto quello che mi veniva in mente, dando così sfogo alla mia passione negata. Lascio immaginare quello che successe al ritorno dei miei, ma ottenni, loro malgrado, il permesso di tornare a Firenze e frequentare il liceo artistico dopo la licenza ginnasiale che ottenni con successo.
Così a ottobre del ’67 sono tornata  a Firenze in tempo per sentire dal vero l’odore acre rimasto dall’alluvione che ancora forte aleggiava nell’aria e ascoltare i racconti dei miei coetanei che avevano partecipato con slancio e generosità  al drammatico evento. 

 Io, a mio modo, avevo fatto una piccola rivoluzione.

2 commenti:

  1. Cara Gianna, sei proprio tu...con grande rimpianto

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  2. Grazie per questo testo, grazie per aver pubblicato il pensiero di Gianna. Sono una sua cara cara amica, lei mi diceva la sua sorellina. Conservo in me la gioia di aver coltivato fino in fondo la nostra bellissima amicizia.
    Sara Cerri

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