30/01/15

MAURIZIO CHI? di Gianni Caverni

Biondo a quella maniera, con quegli incisivi deliziosamente separati in quel sorriso disarmante, front man dei New Dada, fece impazzire milioni di ragazze(ine) fra le quali la giovanissima fanciulla che poi diventerà la mia prima moglie. 

Insomma un po' a me Maurizio Arcieri, ma allora era solo Maurizio, faceva girare un po' i coglioni. E poi quella "Cinque minuti e poi ..." (era il 1968) così romantica ma soprattutto così moderna e libera che lei se ne andava con l'aereo quando io la fanciulla riuscivo solo a portarla in un campeggio di Marina di Massa con una Cinquecento blu, ma quella vecchia. Insomma non c'era partita!

 Poi Maurizio Arcieri con Christina ha inventato tanto ma quella canzone era ormai di cemento. Lui è invecchiato forse un po' disperatamente, un po' alla Mickey Rourke. Ed è allora che mi è cominciato a piacere. Alla mia prima moglie no. Le ho telefonato: "E' morto Maurizio!". Mi ha chiesto "Maurizio chi?"

IL CANTANTE CHE UN DITO SI TAGLIO' di Riccardo Ventrella

L’amico, collega chitarrista e cultore di musica Giacomo Aloigi mi reca la notizia della morte di Maurizio Arcieri. 
Non posso che esserne sinceramente dispiaciuto. 
Per quanto assai poco noto al grande pubblico, Arcieri è stato un gran protagonista della musica italiana, soprattutto di due fertili periodi: il beat e l’era punk-wave. Partito come interprete melodico, stile Michele o Dino, e hit indimenticabili come Cinque minuti e poi… (che Battiato riportò alla grande popolarità mettendola nella colonna sonora del suo film Perduto amor), Arcieri dopo aver persino realizzato dei fotoromanzi incontra Christina Moser e fonda un duo, i Chrisma (poi Krisma). 
Nel 1976 realizzano un primo brano, Amore, composto nientepopodimeno che da Vangelis, il cui fratello, Nico, sarà per qualche tempo produttore del gruppo. 
Subito dopo arrivano le influenze punk e brani come Lola e Black Silk Stocking. C’è da notare come, nonostante gli atteggiamenti estremi del duo - Arcieri durante un concerto si ferì alla mano con una lametta da barba in maniera così profondo da perdere quasi il dito - I Krisma apparissero spesso in televisione, persino a Discoring; 
e del resto Arcieri e la Moser di tv ne fecero molta, arrivando all’inizio dei Novanta a condurre Pubblimania, un’originale carrellata di spot internazionali. 
Maurizio Arcieri è stato uno straordinario precursore di molte cose, dal videoclip alla televisione via satellite, ed è il simbolo di un’epoca di straordinaria creatività alla quale, bene o male, ancora spesso ci rifacciamo. 
Requiescat.

28/01/15

UN POLO PER L'ARTE CONTEMPORANEA ALL'EX FIAT DI FIRENZE?

Musei: ex fabbrica Fiat Firenze sara' polo arte contemporanea. Progetto da 2,8 mln, installazioni dove sorgevano caldaie (ANSA) - FIRENZE, 28 GEN - 

Un grande ex stabilimento Fiat alla periferia nord di Firenze, dismesso da molti anni, diventera' un polo per l'arte contemporanea. Lo ha annunciato,oggi, nel corso di un sopralluogo nell'area, l'assessore all'urbanistica Elisabetta Meucci. L'edificio oggetto della trasformazione' e' costituito dai 'resti' della storica fabbricaFiat del capoluogo toscano, con gli spazi che ospitavano la centrale termica sovrastata dalla ciminiera a fasce bianche e rosse che serviva da segnalazione per il vicino aeroporto. Questa parte del complesso era destinata a contenere le due caldaie per la produzione di vapore e quindi energia elettrica. L'insieme dello stabilimento Fiat fu progettato dall'ingegnere torinese Vittorio Bonade' Bottino negli anniTrenta e realizzato tra il 1938 e il 1939. Ora, grazie ad un investimento da 2,8 milioni di euro, sara' avviato il progetto di recupero, che, elaborato dagli architetti del Comune, costituira' la base dell'intervento vero e proprio, al via entro l'inizio del 2016. E cosi', le sale che un tempo ospitavano le caldaie,diventeranno la 'casa' di opere e installazioni di giovani artisti contemporanei. (ANSA).
Y2G-PUC28-GEN-15 17(ANSA) - FIRENZE, 28 GEN 

"Finalmente siamo nella condizione di poter riqualificare e valorizzare questa importante struttura- ha detto oggi l'assessore alle Politiche del territorio e Patrimonio Elisabetta Meucci - dopo la firma della convenzione con l'Immobiliare Novoli, infatti, la proprieta' dell'immobile passa al Comune e con essa le risorse necessarie per realizzare l'intervento e restituire l'edificio alla citta'. Una struttura che viene da lontano, un esempio di archeologia industriale che ora potra' essere destinata a diversi usi pubblici, tutti al servizio dei cittadini. Al piano terra - ha proseguito - sara' realizzato un Urban center, ovvero uno spazio in cui illustrare le trasformazioni della citta' che derivano dalla nuova pianificazione legata all'approvazione del regolamento urbanistico: l'Urban center consentira' ai cittadini di esaminare l'evoluzione dei cantieri e ottenere tutte le informazioni oggi disponibili in forma frammentata. La parte centrale, costituita dai locali che contengono le vecchie caldaie, sara' invece dedicata ai linguaggi del contemporaneo e alle esperienze dei giovani artisti che potranno creare ed esporre le proprie produzioni. Al terzo piano potranno infine trovare spazio servizi di somministrazione con bar/ristorante e una terrazza panoramica sulla citta'". (ANSA).
Y2G28-GEN-15 17:48

27/01/15

DANIELA DE LORENZO IN PARI PASSO di Laura Lombardi

LUCCA. Villa Mansi, una delle favolose dimore patrizie nella campagna circostante Lucca, ospita fino al 21 marzo 2015, la mostra “Pari passo” di Daniela De Lorenzo. 
Inauguratasi nell’ambito del convegno “Sentiment of beauty” organizzato da Progetto Vitalità Onlus, la mostra presenta alcuni lavori dell’artista fiorentina, che da anni persegue la sua raffinata ma rigorosa ricerca concentrata sulla scultura, in un percorso condiviso alla fine degli anni Ottanta con Carlo Guaita e Antonio Catelani, ma aperta anche ad altri linguaggi espressivi, e sempre incentrata sul rapporto che si instaura tra l’occhio dell’osservatore e l’anima dell’opera (cui rimanda anche il titolo). 


Il percorso nelle sale della villa è scandito da sculture bassorilievi, feltri, ricami, intarsi, che hanno come centro di indagine il corpo umano. 
In feltro, un materiale che, come nota Bettina della Casa curatrice della mostra ed autrice del saggio che la accompagna, “per sua natura attutisce i rumori, ben si attaglia all’eloquenza silenziosa del corpo”, è realizzato “Pantomima” (titolo che allude al gesto), dove la De Lorenzo ci induce a guardare all’interno del nostro corpo della nostra struttura fisica più recondita: il calco della spalla e del braccio dell’artista, che usa il suo stesso corpo come modello, ma senza alcun narcisismo (solo come habitus su cui ‘far conto’) è disteso su un piano, come un tavolo anatomico, anch’esso in feltro. 


Ricamate sono invece le tele bianche di “Vibrato”, “Converso “e “Scansione” raffiguranti il reticolo dei vasi sanguigni che percorrono tre diverse parti del corpo: mappature analitiche che ancora una volta ci inducono a volger lo sguardo nel nostro interno, verso il buio delle nostre vene; ed è proprio il contrasto tra il pensiero del sangue e la sua raffigurazione in una forma così lieve ed elegante, a generare un senso di straniamento, di profonda suggestione. 
Tra le opere esposte, “Contrattempi” del 2014: volti non volti, teste in grandezza al vero di cartone originate da due bassorilievi uniti al centro e costruiti per successive stratificazioni, profili del volto dell’artista, originati da scatti fotografici, che non danno origine a nessun volto leggibile, confermando, come osserva Bettina della Casa, quel “senso di ambiguità e di mistero che accompagna la percezione di sé e dell’altro”.



 (per la visita contattare info@progettovitalita.it, tel. 0583/56390)

25/01/15

TURNER di Gianni Caverni

A corredo del bell'articolo di Laura Lombardi sul film di Mike Leght un modesto (di più) contributo iconografico. La bellezza del film è fatta anche dalla bellezza delle immagini, praticamente tutte le immagini, che il regista ha voluto fossero come viste attraverso i colori, le luci, le atmosfere dei quadri del grande pittore romantico: scelta ovvia forse, ma certamente non ovvio il risultato che risulta perfetto pur rispettando la necessità delle leggibilità della vicenda.

Ho già dimostrato la mia ingenua passione di fotografare i film che vedo, particolarmente quelli dei quali scrivo su Inganni Veraci. Stavolta a scrivere è stata Laura, io metto questa teoria di fotografie che vorrebbero testimoniare della bellezza ma spero almeno siano capaci di testimoniare l'emozione provata durante la proiezione.

Certamente queste foto per lo meno sono in grado di testimoniare le deformazioni dell'aver trovato solo posto in prima fila e anche un po' defilati. Questo perché la sala dell'auditorium Stensen era piena, e purtroppo per loro, diverse persone non sono riuscite ad entrare. Bello no?