LUCCA. Villa Mansi, una delle favolose dimore patrizie nella campagna
circostante Lucca, ospita fino al 21 marzo 2015, la mostra “Pari
passo” di Daniela De Lorenzo.
Inauguratasi nell’ambito del
convegno “Sentiment of beauty” organizzato da Progetto Vitalità
Onlus, la mostra presenta alcuni lavori dell’artista fiorentina,
che da anni persegue la sua raffinata ma rigorosa ricerca concentrata
sulla scultura, in un percorso condiviso alla fine degli anni Ottanta
con Carlo Guaita e Antonio Catelani, ma aperta anche ad altri
linguaggi espressivi, e sempre incentrata sul rapporto che si
instaura tra l’occhio dell’osservatore e l’anima dell’opera
(cui rimanda anche il titolo).
Il percorso nelle sale della villa è
scandito da sculture bassorilievi, feltri, ricami, intarsi, che hanno
come centro di indagine il corpo umano.
In feltro, un materiale che,
come nota Bettina della Casa curatrice della mostra ed autrice del
saggio che la accompagna, “per sua natura attutisce i rumori, ben
si attaglia all’eloquenza silenziosa del corpo”, è realizzato
“Pantomima” (titolo che allude al gesto), dove la De Lorenzo ci
induce a guardare all’interno del nostro corpo della nostra
struttura fisica più recondita: il calco della spalla e del braccio
dell’artista, che usa il suo stesso corpo come modello, ma senza
alcun narcisismo (solo come habitus su cui ‘far conto’) è
disteso su un piano, come un tavolo anatomico, anch’esso in
feltro.
Ricamate sono invece le tele bianche di “Vibrato”,
“Converso “e “Scansione” raffiguranti il reticolo dei vasi
sanguigni che percorrono tre diverse parti del corpo: mappature
analitiche che ancora una volta ci inducono a volger lo sguardo nel
nostro interno, verso il buio delle nostre vene; ed è proprio il
contrasto tra il pensiero del sangue e la sua raffigurazione in una
forma così lieve ed elegante, a generare un senso di straniamento,
di profonda suggestione.
Tra le opere esposte, “Contrattempi” del
2014: volti non volti, teste in grandezza al vero di cartone
originate da due bassorilievi uniti al centro e costruiti per
successive stratificazioni, profili del volto dell’artista,
originati da scatti fotografici, che non danno origine a nessun
volto leggibile, confermando, come osserva Bettina della Casa, quel
“senso di ambiguità e di mistero che accompagna la percezione di
sé e dell’altro”.
(per la visita contattare info@progettovitalita.it,
tel. 0583/56390)
Nessun commento:
Posta un commento