27/01/15

DANIELA DE LORENZO IN PARI PASSO di Laura Lombardi

LUCCA. Villa Mansi, una delle favolose dimore patrizie nella campagna circostante Lucca, ospita fino al 21 marzo 2015, la mostra “Pari passo” di Daniela De Lorenzo. 
Inauguratasi nell’ambito del convegno “Sentiment of beauty” organizzato da Progetto Vitalità Onlus, la mostra presenta alcuni lavori dell’artista fiorentina, che da anni persegue la sua raffinata ma rigorosa ricerca concentrata sulla scultura, in un percorso condiviso alla fine degli anni Ottanta con Carlo Guaita e Antonio Catelani, ma aperta anche ad altri linguaggi espressivi, e sempre incentrata sul rapporto che si instaura tra l’occhio dell’osservatore e l’anima dell’opera (cui rimanda anche il titolo). 


Il percorso nelle sale della villa è scandito da sculture bassorilievi, feltri, ricami, intarsi, che hanno come centro di indagine il corpo umano. 
In feltro, un materiale che, come nota Bettina della Casa curatrice della mostra ed autrice del saggio che la accompagna, “per sua natura attutisce i rumori, ben si attaglia all’eloquenza silenziosa del corpo”, è realizzato “Pantomima” (titolo che allude al gesto), dove la De Lorenzo ci induce a guardare all’interno del nostro corpo della nostra struttura fisica più recondita: il calco della spalla e del braccio dell’artista, che usa il suo stesso corpo come modello, ma senza alcun narcisismo (solo come habitus su cui ‘far conto’) è disteso su un piano, come un tavolo anatomico, anch’esso in feltro. 


Ricamate sono invece le tele bianche di “Vibrato”, “Converso “e “Scansione” raffiguranti il reticolo dei vasi sanguigni che percorrono tre diverse parti del corpo: mappature analitiche che ancora una volta ci inducono a volger lo sguardo nel nostro interno, verso il buio delle nostre vene; ed è proprio il contrasto tra il pensiero del sangue e la sua raffigurazione in una forma così lieve ed elegante, a generare un senso di straniamento, di profonda suggestione. 
Tra le opere esposte, “Contrattempi” del 2014: volti non volti, teste in grandezza al vero di cartone originate da due bassorilievi uniti al centro e costruiti per successive stratificazioni, profili del volto dell’artista, originati da scatti fotografici, che non danno origine a nessun volto leggibile, confermando, come osserva Bettina della Casa, quel “senso di ambiguità e di mistero che accompagna la percezione di sé e dell’altro”.



 (per la visita contattare info@progettovitalita.it, tel. 0583/56390)

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