BENVENUTO "MR TURNER"! di Laura Lombardi
Benvenuto "Mr Turner"! Che
gioia quando anche Firenze, che non è Milano, né Parigi, né
Berlino etc etc. ti offre la possibilità del cinema la domenica
mattina.
A parte il solito ricordo d’infanzia, di quando andavo a
quell'ora con la mamma o la nonna, in scassatissime sale del
quartiere latino, il cinema mattutino, che ti toglie il piacere della
“grasse matinée”, è però un modo eccellente per cominciare
quella giornata a volte un po’ insulsa, in cui, se anche hai deciso
di lavorare, poi ti trascini.
Quando dunque hai l’occasione, grazie
alla soffiata di un amico mezz’ora prima, di beccarti l’anteprima
allo Stensen, in versione originale del film di Mike Leght "Mr
Turner”, (nelle sale da giovedì prossimo) e che poi il film pure
ti piace, è perfetto.
Dunque "Mr Turner" è uno dai
pochi film che conosca "riusciti" sulla vita di un pittore:
è questo infatti un genere che spesso scivola penosamente, anche se
dettato dalle migliori intenzioni. Al punto che “Caravaggio” di
Jarman ( film di un artista su un altro artista) rimane un capolavoro
proprio nel suo essere ‘altro’, ma più vicino al vero di tante
penose e più fedeli interpretazioni.
Certo, a voler fare i filologi,
magari i difetti ci sono nel film di Leight, ma me ne frega assai
poco.
Ruskin sarà anche grottesco, ma è il Ruskin visto da Turner,
quindi va bene così, e forse anche altri passaggi non saran
perfetti, ma il personaggio Turner è eccezionale. Per quel poco, o
abbastanza, che so dell’Ottocento, mi pare che lo spirito del tempo
ci sia tutto, proprio nel passaggio dal romanticismo all’età del
positivismo e questo è reso attraverso piccole notazioni, non con
vocaboli magniloquenti ma da film ‘povero’ come sono quelli di
Mike Leight (Segreti e bugie, Vera Drake ad esempio).
Timothy Spall,
che già Leight aveva diretto in "Segreti e bugie” è
superlativo: un Turner che grugnisce, che pare l’uomo più rozzo ma
canta il "lamento di Didone" di Purcell, che assiste al suo
proprio declino ma ben afferra il passare dei tempi...
E poi tutti gli
altri, dalla serva innamorata del suo ‘padrone’, a Mrs Booth, ai
pittori della Royal Academy, agli interni delle case, agli esterni di
paesaggio, a quella mescolanza di follia e di rigore che è
nell’animo inglese... Non dirò altro perché alcuni amici cattivi mi
accusano poi di svelar loro le trame.
Ma spero che a vederlo nessuno
si trovi nella fila dietro, come invece è capitato a me, due odiose
signore incapaci di apprezzare il racconto, che non levano il c... dalla sedia a metà proiezione, ma restano lì a sentenziare tutto il
tempo sulla lunghezza del film, certo inadatto alle loro menti
abituate agli spot televisivi. Ma allora ti chiedi: perché non sono
rimaste a casa a preparare la minestra prima di andare a giocare a
Burraco?
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