07/11/16

LA MIA ALLUVIONE di Sergio Fintoni

Avevo poco più di 22 anni, abitavo a Londra da un anno e mezzo e mi ero sposato da alcuni mesi con una ragazza Americana.
​Avevo aperto una showroom di moda vicino ad Oxford Circus, quel giorno mia moglie venne a prendermi in ufficio, veniva giù, da un cielo uniformemente grigio, una di quelle noiose pioggiarelline che a Londra potevano durare  anche una settimana.
In Oxford Street, mi fermai, come sempre, a comprare il giornale del pomeriggio, the  Evening News, dove sulla locandina in basso ed in caratteri piccoli c'era scritto: "a Firenze esonda il fiume Arno".
La notizia era breve e diceva soltanto che l'Arno era in piena ed aveva allagato alcuni quartieri, non sembrava particolarmente inquietante. Comprai una cartolina (in mancanza di Facebook o Whatsup) e scrissi a mio fratello: 
-Leggo, con piacere che anche a Firenze vi bagnate un pò-. Per fortuna la cartolina non fu mai consegnata.
La sera al notiziario della BBC fu chiaro quello che era successo. Io ero frastornato e facevo fatica a rendermi conto dell'accaduto, fu guardando Terry, mia moglie, che aveva vissuto un anno a Firenze, e vedendola piangere che sentii male,  come se mi avessero picchiato con cattiveria.
Cercai subito  di telefonare a casa, non fu facile, linee intasate e collegamenti non buoni. Dopo circa tre ore riuscii a telefonare a casa, per fortuna a tutti noi non era successo niente, ma a molti amici si. Dissi che avrei preso il primo treno possibile, al che mia zia, vero capo famiglia fiorentino, mi ingiunse di rimanere dove ero che "di gente qui ce ne verrà anche troppa".
La mattina dopo di buon ora eravamo all'ambasciata italiana dove ci dettero l'incarico di mettere delle locandine, che stavano preparando, in determinati posti per sollecitare una raccolta fondi.
La mattina dopo ci dissero che Zeffirelli aveva pronto un film sull'alluvione commentato da Richard Burton e che lo avrebbero proiettato in un cinema a Leicester Square sempre a scopo benefico. Di nuovo a mettere locandine.
Il film era perfetto e la bellissima voce di Burton mi entrava sotto la pelle ed emozionava profondamente. Il film fu ripetuto tutto il giorno, sempre con il tutto esaurito ed era incredibile vedere la commozione di così tanti inglesi che vivano questo dramma come fosse loro.
Vedendo questa scena, mi resi conto di quanto eravamo fortunati noi a nascere e vivere a Firenze, come ne dovremmo essere grati, questo sentimento profondo non mi ha mai lasciato negli anni.

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