06/11/16

LA MIA ALLUVIONE di Stefano Turrini


Quel 4 Novembre 1966 avevo 15 anni, abitavo con i miei genitori in via della Faggiola nel rione di Gavinana in un sottosuolo. Quel giorno eravamo già svegli dalle 4 del mattino perché ero malato e non potevo dormire. 
Pioveva da una settimana.
Verso mattina, non ricordo l'ora ma era ancora buio, un boato, era crollato il muro che divideva il nostro giardino da quello dei vicini. 
L'acqua fredda e fangosa ha invaso la casa. Quaranta centimetri e saliva continuamente, mio padre ha dato l'ordine di evacuazione dopo aver cercato di salvare alcuni cassetti di biancheria e dei vestiti, almeno quelli più in alto negli armadi. 
Gli ho detto che volevo andare a prendere la gabbia con i canarini che era in giardino, me lo ha impedito dicendomi che era pericoloso perché la porta si sarebbe potuta chiudere e non sarei rientrato. In quel momento ho pensato che non avesse cuore, ma chissà, forse aveva ragione lui.
Con le poche cose salvate siamo stati ospitati dalla coppia di anziani che abitava sopra di noi. A fine mattinata l'acqua ci aveva raggiunto nuovamente e così tutti e cinque abbiamo raggiunto il secondo piano, ospiti di un'altra signora che conoscevo solo di vista.
Dopo alcuni giorni, quando l'acqua se n'è andata e ha lasciato solo fango, siamo scesi nella nostra casa per controllare i danni, tutto era perduto!
I canarini erano appesi a testa in giù al tetto della gabbia alla ricerca di un'impossibile via di salvezza.

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