"Protagonista è l'uomo, poco la natura, come in Michelangelo, come nel Tondo Doni che è rimasto agli Uffizi nonostante sia il padre di tutti e due" spiega Cristina Acidini, soprintendente del Polo museale fiorentino, alla presentazione di Pontormo e Rosso Fiorentino - Divergenti vie della "maniera".
Si tratta della mostra che raccoglie fino al 20 luglio in Palazzo Strozzi più di ottanta opere, molte provenienti anche da prestigiosi musei stranieri come la National Gallery di Londra e di Washington. il Louvre, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, e che è facile prevedere sarà una delle mostre più visitate del prossimo panorama espositivo nazionale.
Curata da Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, e da Carlo Falciani, docente di Storia dell'arte, la mostra che si articola in 10 sezioni, accompagna i visitatori attraverso le nuove ricerche filologiche, storiche e iconologiche che si sono sviluppate dal 1956, da quando cioè proprio Palazzo Strozzi ospitò la Mostra del Pontormo e del primo manierismo fiorentino.
La tesi dei curatori, come chiarisce il sottotitolo della mostra, è quella di sfatare l'idea di Pontormo e Rosso voci gemelle di quel periodo della Firenze artistica che il Vasari definiva "Maniera moderna": percorsi diversi e divergenti dunque che, in estrema sintesi, vedevano da una parte il primo più propenso a guardare al mondo ed in particolare all'Europa facendo lezione di artisti come il Durer e dall'altra il secondo invece rivolgere la sua attenzione alla tradizione ed alla storia artistica propriamente italiana.
A parte la somiglianza dell'ancella alla volumetria di alcune figure del Picasso neoclassico, la Morte di Cleopatra del Rosso denuncia questa impostazione attraverso l'evidente richiamo dell'Arianna addormentata, la scultura antica che nel '500 era considerata una rappresentazione di Cleopatra stessa.
Lo sviluppo della mostra, il cui allestimento è stato progettato dall'ottimo Luigi Cupellini, inizia dagli esordi nel Chiostrino dei Voti della chiesa della Santissima Annunziata nel quale si trovano i due affreschi del Pontormo e del Rosso e quelli di Andrea del Sarto, di poco più anziano eppure riconosciuto come maestro.
Si sviluppa poi, in una lettura cronologica parallela, che passa dalla Madonna delle arpie di Andrea del Sarto dalla quale partono la Pala dello spedalingo del Rosso e la Pala Pucci del Pontormo, vie appunto divergenti che porteranno quest'ultimo a diventare l'artista preferito dai Medici e il Rosso il pittore amato dai nobili fiorentini loro oppositori culturalmente e politicamente.
Durante la parentesi repubblicana i due producono opere straordinarie e dimostrative di quanto ormai li separi: la Deposizione del Rosso per Sansepolcro e la Visitazione del Pontormo per Carmignano (finalmente magnifica dopo l'accurato restauro e sotto luci perfette al contrario di quanto era nella Chiesa di san Michele, dove naturalmente tornerà a mostra finita).
"Era una mostra bella o di begli oggetti?" domandava Carlo Del Bravo ai suoi studenti di ritorno da un'esposizione: lo testimonia Natali che si augura, a ragione, che in questo caso si tratti di una mostra bella, anzi bellissima, aggiungo. "Certo che la Firenze di allora chiamò il 23enne Andrea del Sarto ad affrescare il Chiostrino dei Voti e pochi anni dopo lui chiamò a continuare il lavoro un Pontormo 22enne e un Rosso 23enne: da tempo immemorabile ormai la Firenze di oggi non da il via alla costruzione della loggia con cui Isozaki ha vinto un regolare concorso nel 1998".
Da non perdere il video che Bill Viola ha dedicato alla Visitazione di Carmignano e la documentazione fotografica dei Tableau vivant della Deposizione di Pontormo e di quella del Rosso realizzate per il film La ricotta da Pier Paolo Pasolini.
www.palazzostrozzi.org.
Nessun commento:
Posta un commento