14/03/14

NUOVO DIRETTORE DEL MUSEO PECCI: SI’, NO, FORSE, SI’ di Gianni Caverni

E' stato tutto talmente complicato e, diciamolo, ai limiti del ridicolo, che non ci pensiamo nemmeno a fare un riassuntino della vicenda della nomina del nuovo direttore del Museo di arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Fra il sindaco Cenni che dice che il direttore è stato già deciso ma non si dice, Sgarbi che definisce l'incarico che starebbe per dargli il sindaco quello di "Alto Commissario per le Arti, con delega alla gestione di tutti i musei e tutte le attività culturali di Prato" (me'cojoni direbbero a Roma), lo stesso Sgarbi che, per non smentirsi come simpaticone, aggiunge "dunque, prima nominino me come Alto Commissario (maiuscolo of course, n.d.r.), poi se vogliono mettere un direttore/custode al Pecci facciano pure. Più di un custode, a quel punto, non potrà essere".
Intanto sembra appunto che il direttore/custode prescelto sia Fabio Cavallucci che conosciamo bene da quando curava Tuscia Electa (la manifestazione d'arte diffusa nel Chianti) e che sappiamo essere ottima persona, intellettuale di gran qualità, appassionato intenditore e promotore di arte contemporanea.
Per queste sue qualità è stato fra l'altro chiamato a dirigere la Galleria Civica di Trento e attualmente è direttore del Castello Ujazdowski di Varsavia dove probabilmente si trova e dove non siamo riusciti a raggiungerlo telefonicamente. Se lo conosco bene non mi sembra proprio il tipo che ha il carattere ed il curriculum per svolgere serenamente e senza rompere il ruolo di "direttore/custode".
Fra l'altro a pochissimo dalla scadenza del suo mandato (le lezioni comunali sono previste per il prossimo 25 maggio) il sindaco Cenni sembra dunque intenzionato a proseguire una pessima tradizione, quella di nominare all'ultimo tuffo qualcuno per un incarico nuovo del quale non mi pare, ma magari mi sbaglio, di sentire l'impellente esigenza.
Se poi aggiungiamo che Sgarbi non sembra essere il tipo che si è mai accontentato delle briciole c'è da chiedersi dove possa prendere l'amministrazione comunale i soldi per remunerare un cotanto "Alto Commissario per le Arti, con delega alla gestione di tutti i musei e tutte le attività culturali di Prato". Se il compenso del direttore del Pecci è stabilito nello stesso bando, non altrettanto è per l'Alto Commissario e i tempi non sembrano essere i più adatti per elargizioni nuove e così corpose. E se il risultato delle elezioni fosse favorevole ad un candidato diverso ma soprattutto di diversa collocazione politica il nuovo sindaco si troverebbe a dover onorare una scelta, probabilmente economicamente significativa e ancora più probabilmente da lui non condivisa, effettuata pochi giorni prima dal suo predecessore.
Ottimo no?

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