Elvis: “Ciao papà” (Elvis, 10 anni è
appena rientrato in casa)
Vittore: “Ciao Elvis, come va?”
Elvis: “Bene… ti devo dire una cosa”
Frrrrssssshhhhhhhhhhh,
bam, din, don… Vittore è in cucina e sta lavando pentole, piatti e bicchieri
sotto l’acqua
Vittore: “Dimmi”
Elvis: “Da grande voglio diventare
musulmano”
??….!!
Pentole,
piatti e bicchieri si rimettono a posto da soli. Scende il silenzio.
Vittore, uomo
progressista e di larghe vedute, questa però non se l’aspettava. Cerca di
riassestare le idee e si asciuga lentamente le mani sul grembiule per prendere
tempo. Poi si volta verso il figlio maggiore.
Vittore: “Umhh…ah… e come mai?”
Elvis: “Mi piace l’Islam, l’abbiamo
studiato in classe”
Vittore: “E cosa ti piace dell’Islam?”
Elvis: “I Cinque Pilastri… Ma
soprattutto il Terzo”
Vittore: “Ehm… beh…”
Elvis: “Te lo dico io, papà: è la
giustizia sociale! Ogni musulmano deve versare una parte dei guadagni del suo
lavoro alla comunità perché li dia ai poveri”
Vittorio: “Ecco. Mi sembra ottimo…”
Ivan,
a cui Vittore ha raccontato l’episodio, pensa fra sé che quando aveva l’età di
Elvis si parlava di giustizia sociale come un concetto laico o cristiano, e
l’idea dei “poveri da aiutare” era ricompresa nella parola “solidarietà”.
Oggi
Elvis lo impara dall’Islam. Da grande probabilmente non diventerà musulmano, ma
di certo andrà controcorrente. “Sai – disse una volta a Ivan – quando un mio
compagno prende una nota dalla maestra perché non ha studiato, anche se se la
merita, io ci resto male”. Lui di note non ne prende, perché è uno studente
modello. Ma non gode delle sventure dei compagni, non disprezza chi resta indietro,
aiuta chi non ce la fa. Elvis non lo sa ma mette già in pratica i rudimenti
della giustizia laica, della compassione buddista o cristiana. O la filosofia
che sta alla base del Terzo Pilastro dell’Islam. Questo invece lo sa bene: è l’idea che lo ha conquistato.
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