Uno sguardo,
anzi proprio quello sguardo che hanno certi vecchi, vivi come gli pare a loro e
come gli é parso alla vita. Uno
sguardo che in fondo è quello che vorresti
avere quando toccherà a te magari voler
andare a piedi a Barletta.
A fare Woody Grant il regista di Nebraska, Alexander Payne, ha chiamato un magnifico Bruce Dern che personalmente non mi ricordo di avere mai visto prima, ma certo dipende da me. E non è vero poi che non l’ho mai visto prima: questo Bruce Dern che fa Woody somiglia, secondo me ma fidatevi, a Lee Marvin,
A fare Woody Grant il regista di Nebraska, Alexander Payne, ha chiamato un magnifico Bruce Dern che personalmente non mi ricordo di avere mai visto prima, ma certo dipende da me. E non è vero poi che non l’ho mai visto prima: questo Bruce Dern che fa Woody somiglia, secondo me ma fidatevi, a Lee Marvin,
a Gerry Mulligan
(che
dopo Serge Chaloff ha fatto cantare il sax baritono con la voce di un vecchio
brontolone ma capace di coniugare il verbo amare), al mio amico Marzio
(che,
tesoro di un uomo, ha scritto delle gran belle Microsie per questo blog) ed a Nick Nolte
che è rimasto l’unico vivo di questo
quartetto, accidenti.
E’ stato dopo un bel po’ dall’inizio che mi sono accorto che il film è in bianco e nero: può dipendere dal fatto che
sono rincoglionito, ma credo proprio che invece i colori dell’anima siano sgargianti in questo bianco e
nero.
E poi vi siete accorti fin’ora che anche questo
articolo è in bianco e nero? No
eh? Per il resto è uno straordinario road
movie, uno straordinario film su un figlio e un padre,
su una moglie di un
vecchio e il vecchio ( lui è all’ospedale lei gli sistema i capelli e gli dice “Stupido idiota”, duramente le parole, dolcemente il gesto), sulla fortuna che prende
per il culo, sull’ America dei freaks (in
tutti i sensi) e della crisi devastante come la nostra, sulla pochezza e la grandezza della vita.
Un film come questo
che a vederlo si piange e si ride è una garanzia e un
regalo appassionato che ognuno in sala e poi fuori si gestisce come vuole.
Credetemi, straordinaria è l’interpretazione di Bruce Dern (e con lui di Lee Marvin, di Gerry
Mulligan, di Marzio, di Nick Nolte), di Bob
Odenkirk (la moglie), di Will Forte (il figlio minore) e di tutti gli altri,
di
Lincoln (la città), del Nebraska (lo
stato).
Poi quel passaggio lento e trionfale, e meravigliosamente ridicolo, di
Woody nel paese natale alla guida del furgone nuovo e fiammante, con un
compressore nuovo nel cassone, con il cappello appena vinto davvero, col figlio
rintanato perché non lo vedano vale
molto di più di un milione di dollari! Valeva davvero la pena andare fino a Lincoln per vincere un premio così, il vecchio coglione cocciuto aveva ragione!
Ah, mi piace tanto fare foto al cinema.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaVisto stasera, ottimo consiglio Gianni.
RispondiEliminaMolto bello!
Sono d'accordo su una certa somiglianza anche se non avrebbe mai voluto un furgone :)
A presto