Mamma
Giulia: “Zio Ivan, spiega ai bimbi cos’è il comunismo”
Ivan:
“Mah..bof…veramente starei mangiando il baccalà…è anche bono…”
Mamma
Giulia: “Ovvìa, te sei bravo a spiegare, datti da fare!”
Ivan:
“Non è proprio semplice… inoltre siamo a cena… (Ivan intanto cerca di raccattare nel suo cervello qualche reminescenza
di vecchissimi studi di Storia delle Dottrine Politiche, Università di Pisa,
anno 1991-92, professor Domenico Settembrini Tagliaventi, corso monografico “La
parabola del marxismo”)…sicché, però, mah…ecco bambini…dunque il
comunismo…”
Mamma
Giulia: “Oioi! Lo farò io allora! Bimbi in Parlamento ci sono i banchi di
destra e quelli di sinistra: i fascisti sedevano a destra, i comunisti a sinistra,
se le davano di santa ragione”
Ivan:
“Aspetta, però,… bimbi è così: siccome
si tratta di un emiciclo, è guardando dal punto di vista della presidenza che
si stabilì quali fossero i banchi di destra e di sinistra… sennò non si
capisce”
Mamma
Giulia: “Sei palloso! Emiciclo è una parola difficile, bimbi lasciate perdere…
sicché dicevo…”
Francesco
(9 anni, illuminandosi in volto e
cominciando a sorridere come, appunto, un bambino): “Mamma, babbo, zio! Fantozzi
gli dice al mega direttore: ‘Mi scusi il termine, ma anche lei è comunista?’” (e giù risate)
Babbo
Antonio: “Ahahah…è vero! E il megadirettore gli risponde: ‘No Fantozzi, sono
socialdemocratico’, mentre gli allunga una carezza” (e giù risate)
Luca
(7 anni, ridendo come, appunto, un
bambino e salendo quasi in piedi sulla seggiola dall’entusiasmo): “No! Il
megadirettore gli dice: ‘Sono un medioprogressista!’ (e giù risate generali)
Babbo
Antonio: “Bravo! E’ la battuta esatta!”
Mamma
Giulia: “Uffa, ‘un si po’ fa un discorso serio!”
Anche
Ivan ride. Gli è rimasto il baccalà infilzato sulla forchetta, a mezz’aria. Si
ricorda di quando aveva l’età dei suoi nipoti e sentiva parlare dei comunisti,
“buoni”. Ma anche delle brigate rosse, i terroristi, “cattivi”. Il piccolo Ivan
seguiva il Tg della sera come se fosse la Messa e s’incaricò una volta di
riferire al babbo le notizie. Si mise a far la spola con la cucina: “Babbo te
lo dico io il Tg, ecco… hanno detto ‘Marco Pannella’…”, “Oh nooo!”, gli rispose
il babbo (Ivan ebbe la certezza che in casa non c’erano simpatie radicali).
Si era
addirittura fabbricato uno striscione di carta con scritto in rosso “Solidarnosc”
e se l’era appeso in camera, perché si era esaltato per quell’elettricista
rivoluzionario dei cantieri Lenin di Danzica, con quei
baffoni lunghi. Adesso, nel 2014, a 25 anni dal crollo del Muro di Berlino, il
comunismo suscita l’ilarità dei suoi nipotini, i quali non sanno assolutamente
cosa sia. Fra pochi anni lo impareranno.
Forse dai cinesi, più che dai cubani.
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