Vostro Onore, signori della
Corte, signori Giurati. Ho il gratificante fardello di difendere qui, davanti a questa augusta
assemblea, la persona del mio assistito, il presidente della Repubblica
Francese François Hollande.
Egli sarebbe reo, secondo le disposizioni del
Tribunale Mediatico Internazionale che lo ha rinviato a giudizio, di aver
trescato con una giovane amante, la signorina Julie, di professione attrice;
mettendo a repentaglio la sicurezza sua personale, privandosi, in quanto Capo
dello Stato, della dovuta sorveglianza di polizia; andando a effettuare
verosimili atti sessuali e gozzovigli vari in un appartamento appartenuto a un
affiliato alla mafia còrsa e situato ben in vista, in pienissimo centro a
Parigi, a poche centinaia di metri dall’Eliseo.
Ebbene il mio assistito,
signori, si proclama, ed è, innocente. Come è noto vi è un incontrovertibile
principio universale sempiternamente valido per le persone umane di sesso
maschile. Esso è condensato nella sia pur non casta formula: “Tira più un pelo
di… che un carro di buoi”. Tale regola che si tramanda dall’origine di questo
mondo vale a più forte ragione, signori miei, per gli uomini politici di alto
rango quali, appunto, Monsieur Hollande.
La non particolare avvenenza
psico-fisica del presidente di Francia non tragga in inganno: egli è uomo all’antica,
semplice ma fascinoso, di buone maniere eppure focoso, abbacinato dalla luce
del potere ma capace di distinguere perfettamente la bellezza, la grazia e - mi
si passi il termine - la ficaggine delle donne dai 40 in su. Vi è in lui una
pragmatica forma di saggezza: conoscendo la sua natura matrigna che lo volge
progressivamente verso femmine di lui più giovani, si è guardato bene dal
contrarre il sacro vincolo del matrimonio, (istituzione ormai desueta, signori
cari) e perciò non si è mai sposato. In tal modo ha potuto intrecciare feconde
relazioni amorose, con una certa, sana, disinvoltura!
Tutto ciò premesso, eccoci
al dunque. Per qual serio motivo il mio assistito dovrebbe essere condannato?
Perché ha un’amante? Suvvia signori… beh, certo c’andava in scooter come un
ragazzino adolescente appena innamorato… e allora? L’amore è cieco e scaglia i
suoi dardi che non ammettono difese!
A sessant’anni si è ancora adolescenti! “Ha
messo in pericolo la propria vita di Capo dello Stato esponendosi a possibili
attentati facili da compiere” si è detto. Ma vi prego! Vorreste voi che un uomo
come Hollande sfuggisse all’ebbrezza degli incontri clandestini con l’amata
perché potrebbe esserci l’eventualità che un clandestino della banlieue lo
insegua in moto per tamponarlo? “L’alcova dell’amore tra François e Julie era
stata nella disponibilità di un criminale”, si è aggiunto. Eh beh… sì… ma
perché il presidente avrebbe potuto essere ricattabile allora? La mafia còrsa,
a cui apparterrebbe il soggetto, potrebbe cogliere l’occasione e intavolare
buoni affari con la Repubblica.
Guardiamo infatti a ciò che
da circa 150 anni avviene in Italia! Là di mafie ne hanno almeno quattro:
siciliana, campana, pugliese e calabrese, e gli affari vanno a gonfie vele! I
nostri cugini d’Oltralpe ci sono maestri.
Da loro un ex premier, la notte
dell’elezione del presidente degli Stati Uniti, si trovava affaccendato a
trafficare – per quanto ciò potesse riuscirgli – sotto le
lenzuola di un cosiddetto “lettone di Putin”, nel tentativo di placare a
pagamento vecchie pulsioni da erotomane, e ove una femmina in cerca di favori e
prebende si concedeva registrando segretamente conversazioni e quant’altro per
essere poi pronta a ricattarlo in un secondo momento.
E come commentare la vicenda
della “nipote di Mubarak”, una minorenne finita anch’essa sotto le lenzuola
presidenziali e pronta anch’essa, giustamente, a ricattare con richieste
milionarie il blasonato ex premier in preda a bollori, pompette e siringhe per
raggiungere almeno un’erezione? No, signori. Non potremo mai raggiungere il
livello di superba, fantastica scenografia teatrale degli italiani!
E voi vorreste invece
condannare François Hollande! Un’anima candida al confronto dei politici
spaghetti e mandolino! In fondo il mio assistito ha soltanto ripetutamente
cornificato la compagna Valérie, con la quale, a suo tempo, aveva già
cornificato la precedente compagna Segolène da cui ebbe 4 figli. Ma è niente al
confronto di quell’ex premier italiano, la cui moglie Veronica è stata da lui
cornificata perfino con delle ragazzette di 17 anni!
Dunque concludo, signori della
Corte, signori Giurati. Il presidente della Repubblica francese, François
Hollande, sia assolto per insufficienza di prove. Anzi, di più. Perché il fatto
non sussiste. Non sussiste, nella realtà,
che un comune mortale vada dall’amante in motorino sotto gli occhi della
compagna a pochi metri da casa, dandosi la zappa sui piedi da solo! Non
sussiste nella realtà che un comune mortale non si curi che l’alcova del
tradimento sia protetta e al riparo da occhi indiscreti! Non sussiste nella
realtà che un comune mortale si sbracci a dichiarare “Valèrie è la donna della
mia vita”, quando fino a poco prima lo era un’altra e ben presto lo sarà
un’altra ancora!
Il presidente Hollande
rivendica la privacy su questa sua vicenda. E ha ragione! Per lui la realtà non
è quella dei comuni mortali. E’ quella dei re. Dove tutto e il contrario di tutto
si tengono sempre insieme!
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