30/11/13

IL PRANZO NELLO SCRIGNO di Gaia Rau


A forza di vederlo in televisione, scientificamente preparato e meticolosamente impiattato, oggetto di competizioni tanto feroci quanto asettiche, tendiamo quasi a scordarci di quanto il cibo possa profumare, consolarci, farci innamorare. Poi certo, anche riempire la pancia, ingrassare, avvelenare, ma tendenzialmente, per quanto mi riguarda, preferisco concentrarmi sulle prime tre qualità. E’ anche per questo che “Lunchbox”, opera prima del regista indiano Ritesh Batra, mi ha subito conquistato. Perché con questo film il rischio di dimenticare quanto amiamo mangiare (e innamorarci) non si corre: gli aromi e i colori delle spezie sembrano bucare lo schermo, invaderci il cuore senza chiedere il permesso, ricordarci che se davvero la vita è abitudine e nient’altro, forse, parafrasando le parole di Ila, la protagonista, è quel “nient’altro” il motivo per cui viviamo.
La storia è quella tipica, da manuale, dell’incontro di due solitudini. Lei è una casalinga sufficientemente disperata, lui un impiegato vedovo alla soglia della pensione. Lei si sforza di credere che “la strada per il cuore passi attraverso lo stomaco”, lui è uno che lungo la sua, di strada, prende a calci i gatti randagi. Lei ogni giorno cucina a un insofferente marito un piccolo pranzo di Babette in versione tascabile e lo sistema nella “lunchbox” del titolo - un contenitore di metallo a più piani, identico a quello di milioni di lavoratori in tutto il mondo - che una zelante équipe di portapranzi si incarica poi di prelevare a domicilio e di recapitare, attraverso un viaggio della speranza nel traffico di Mumbai, sulla scrivania del fortunato. Capita che un giorno la lunchbox preparata da lei finisca, per sbaglio, sul tavolo di lui, che invece i pasti li ordina in un ristorante di seconda categoria. Ed ecco che la più classica e deliziosa delle commedie romantiche è servita.
Da aggiungere, sull’evolversi del racconto, c’è ben poco: chi da un film si aspetta trame complicate, sovvertimenti di ruoli e colpi di scena rimarrà, è il caso di dirlo, profondamente deluso. In fondo, più che nella storia in sé, o nell’incontestabile bravura dei due protagonisti, la ragione per andare a vedere “Lunchbox” sta nell’oggetto stesso del titolo. In quel piccolo scrigno delle meraviglie in cui Ila, ogni giorno, riesce a far entrare, con la maestria di una prestigiatrice, un pasto ricco come un banchetto, di quelli che vanno mangiati a sedere e con tutta la calma necessaria e che, nel migliore dei mondi possibili, richiederebbero anche una bella apparecchiatura e un pisolino di apprezzamento.   Qualcosa che noi, abituati alle nostre pause pranzo un po’ precotte e un po’ rubate, non possiamo che invidiare profondamente. Anche se forse, personalmente, la cosa che più ho invidiato è la pazienza di Ila, la sua capacità di compiere ogni giorno una piccola magia, il suo mettersi alla prova con qualcosa di semplice ma al tempo stesso complicatissimo. Il suo prendersi del tempo, soprattutto, per regalare a se stessa all’essere amato un momento straordinario nell’ordinarietà del quotidiano.
Per chi vive a Firenze, il film rimarrà in programmazione allo Stensen per tutto dicembre, doppiato e in lingua originale, con orari consultabili sul sito www.stensen.org.
 

1 commento:

  1. Durante la mia ricerca su Google per aiutare a ottenere la mia ex amante che vi ha divorziato di nuovo, mi sono imbattuto in questo meraviglioso uomo chiamato DR.AGBAZARA di AGBAZARA TEMPLE che ha fatto un bel lavoro per avermi aiutato a ottenere il mio marito divorziato indietro entro 48 ore .. I non ritengono che tali cose come questa possono essere possibile ma ora sono una testimonianza vivente perché AGBAZARA TEMPIO effettivamente portato indietro la mia amante, Se si riscontrano problemi di relazione perché non contattare DR.AGBAZARA TEMPLE via e-mail su: (agbazara@gmail.com)
    Allora vi prometto che dopo 48 ore si dovrà motivi per festeggiare, come me.

    EMPRESS LATIFER
    da ITALIA

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