05/10/13

LE CAPANNE DI TADASHI KAWAMATA di Gianni Caverni

Noi che siamo di qui e perciò camminiamo sempre a testa bassa rischiamo di non accorgercene, ma i turisti, che hanno invece il naso all'aria, se ne erano accorti: su una finestra del piano nobile di Palazzo Strozzi, nella facciata principale, o almeno quella che da su piazza Strozzi, stava nascendo una baracca, una sorta di mini abitazione di un dropout, fatta di assi, vecchi pezzi di infissi di legno, un fragile tetto di lamiera ondulata: se ne stava lì piantata come un pidocchio, un parassita incistito nel "cubo più bello del mondo".


Macchè, niente allarme, gli abituali frequentatori di uno dei locali più fichetti di Firenze, proprio lì di fronte, possono stare tranquilli: non è la catapecchia di un povero, l'ultimo nido di un disperato brutto e cattivo e per di più così stronzo da nemmeno nascondersi come si deve. E' un'opera d'arte, una "Tree Huts", la prima delle tre "Capanne sull'albero" che Tadashi Kawamata, artista giapponese, realizzerà in occasione di "Territori instabili", la mostra che si aprirà il 10 ottobre nel Centro per la Cultura Contemporanea Strozzina. Mostra curata da Walter Guadagnini e da Franziska Nori che della Strozzina è la direttrice, e che raccoglierà i lavori di 10, fra artisti singoli e gruppi. Le altre due "case", o se volete nidi, Tadashi le costruirà nei prossimi giorni sopra il bel cortile del palazzo cinquecentesco e in una delle sale della strozzina.


Chi non sta nella pelle al pensiero di infamare l'arte contemporanea non si illuda: i lavori di Tadashi non intervengono in alcun modo sul palazzo, non necessitano di buchi da fare, chiodi da infilare, ferri con cui sfregiare quel capolavoro. Resterà loro solo la solita presunzione di non farsi infinocchiare e gli toccherà passare sotto "quella schifezza che offende il decoro della città" scuotendo cocciuti il loro capone.






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