21/10/13

KEITH RICHARDS - POST SCRIPTUM di Domenico Coviello

Immaginario post scriptum, da vivo, e non autorizzato, di Keith Richards. Dedicato a uno dei più grandi rocker di tutti i tempi che il 18 dicembre 2013 compirà 70 anni
 
Se ho detto che ho sniffato le ceneri di mio padre, non era per farvi uno scherzo di cattivo gusto. Semplicemente c’è che non avevo un ottimo rapporto con lui. Dunque ho pensato di riconciliarmi con quell’uomo, sebbene fosse andato all’altro mondo. Di riconciliarmi attraverso il mio naso, si capisce. D’altra parte se è con quello che sento di più… c’è qualche problema?
Fatela finita con questa storia di darmi del drogato o dell’ex drogato. Sono uno dei più grandi chitarristi e compositori del rock e con Mick e gli altri calchiamo ancora piuttosto bene i palcoscenici. Con le droghe ho chiuso ufficialmente dal 2006: avevo 63 anni e ho pensato di darci un taglio. Per me si poteva andare avanti, in realtà. Mi sentivo in grande forma. Ma il fatto è che le droghe di oggi mi sembrano acqua fresca. E io, sinceramente, l’acqua non ricordo sempre esattamente cosa sia. Da voi c’è un tal Vasco Rossi che nella sua ultima canzone, “Cambia-menti”, dice che se cambiamo noi stessi è già una rivoluzione.
 Filosofeggia il tipo. E’ solo un ex ragazzone parecchio imbolsito, che va avanti a Chivas Regal. Io la rivoluzione l’ho fatta più o meno dal 1962. Si chiama rock and roll. Con tanto di sesso e droga, è chiaro.
 E a cambiare me stesso non ci penso neanche! Non sono io che devo cambiare. E’ il mondo che deve farlo. Si desse una mossa, please. Quanto al mio fratellino Jagger, come ho già detto, se qualche volta alzo la voce con lui è per il suo bene. Alla sua età ha ancora bisogno di qualche scappellotto, altrimenti gli Stones non girano a mille com’è ovvio che sia.
Lui si vanta tanto delle sue donne e di avere sette figli. Beh, anch’io sono molto orgoglioso di Patti, che mi ha dato Theodora e Alexandra, due ragazze meravigliose, oltre che due splendide modelle. Certo, se poi scopro che tirano su di coca è la volta buona che mi metto a urlare come un pazzo. A me non mi faranno mai Baronetto di sua Maestà.   

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