17/10/13

LA CITE' E LA CITTA' di Stilicone

"Difese l'Italia dall'invasione dei Goti di Radagaiso nel 406, circondati e sterminati presso Fiesole con le ultime truppe romane rafforzate dai Visigoti di Saro": micro citazione da Wikipedia che di Stilicone dice un monte di cose. Il nome del controverso magister militum romano di origine barbarica è stato scelto come pseudonimo dall'autore dell'articolo che segue. Noi speriamo susciti se non proprio un vespaio (ci piacerebbe) almeno una discussione. Comunque una riflessione.

Stilicone
 

 

Forse a Firenze ci sono più scrittori che lettori di libri. Lo testimonia la morìa di librerie che da qualche anno ha via via cancellato una sorta di geografia della cultura sostituendola con ben altro. L’ultima a rischiare è “La Cité” di via Santo Spirito. Luogo ameno, non si discute, anche se un po’ troppo rumoroso e decisamente meno fornito rispetto ad altre librerie che per decenni avevano ben operato in zone centralissime della città.

Però frequentare “La Cité” fa fino, fa tendenza, è a-la-page, soprattutto da quando a benedirla fu il più sprovveduto degli assessori alla cultura che il Comune di Firenze ha avuto nell’ultimo quindicennio, Giuliano Da Empoli. Disse che lì si respirava aria nuova. Forse perché, fino al momento in cui Renzi non gli affidato la Presidenza del Gabinetto Vieusseux (confermando che lo spoil system batte ogni genere di statura culturale), non era mai stato a contatto con qualche libreria-biblioteca di Firenze.

Ma siccome a Firenze si vive parecchio d’emulazione, anche il professor Sergio Givone, per non esser da meno, è sceso in piazza per difendere “La Cité” che rischia la chiusura. Se di vero assessore si trattasse, prima di occuparsi della libreria d’Oltrarno, per esempio si dispererebbe delle condizioni dei musei civici della città, a cominciare dal museo Bardini (piazza dei Mozzi) dove, a quattro anni dalla sua inaugurazione, da tempo piove sulle pareti del grande salone al primo piano, dove il deposito dei dipinti si trova all’ultimo piano, nel sottotetto, che d’estate registra temperature da Sahara e d’inverno degne dei Circolo Polare Artico.

Come se l'escursione termica non fosse uno dei peggiori nemici dei quadri. Ma forse a lui, all’assessore Givone, tutte queste verità non importano, perché se si sapessero fino in fondo danneggerebbero la corsa ai piani alti della politica del sindaco Renzi. Al quale Givone potrebbe rivolgere la domanda che in molti si fanno: ma ad aprile, quando aprirà il tanto atteso Museo del 900 in piazza Santa Maria Novella, con quale personale lo gestirà? E con quali soldi lo arrederà, visto che al Maggio, alla Fondazione Strozzi, al Vieusseux e ora anche alla Pergola non può togliere un centesimo (nonostante i primi due siano dei buchi neri della Cultura a Firenze)? E l’Archivio Zeffirelli?

 Lui spera che in città tutti se ne scordino… Invece no. Noi glielo ricordiamo, e ci chiediamo quanto tempo occorrerà prima che gli spazi di piazza Savonarola siano pronti per accogliere il patrimonio del Maestro. Se la riapertura del Forte Belvedere è stato un successo, non va dimenticato che si è trattato di una parentesi effimera (utile per la personale campagna elettorale del sindaco). Come effimere, d'effetto, semplici spot sono tante altre decisioni. Di scelte importanti per la Cultura a Palazzo Vecchio se ne fanno poche. E di poco conto. E la battaglia per “La Cité” rischia proprio di essere rubricata tra queste ultime. 

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