20/11/13

NELLA TUA TESTA GIACCIONO da Post Scriptum di Domenico Coviello

 
Immaginario Post Scriptum, non autorizzato, della rockstar irlandese Dolores O’Riordan, icona degli anni ’90, ancora sulla breccia, che da poche settimane ha compiuto 42 anni.
Qualche amico comune mi ha parlato bene di Gianni Caverni. Non credo sia mai venuto a uno dei miei concerti, ma fa niente. E’ italiano e questo mi basta a nutrire simpatia per lui. Con i Cranberries abbiamo suonato tante volte in Italia, anche l’anno scorso. Anni fa ho cantato con Luciano Pavarotti, Zucchero Fornaciari e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Beh, qualcuno di loro mi tampinava, sai com’è… Voi italiani siete un po’ spudorati, ma anche questo è il vostro bello. Con me però cascate male, carini. Non sono una rockstar come tante altre. E se oggi sono tra le donne più ricche d’Irlanda sono fatti miei. Dopo la reunion dei Cranberries nel 2009 e l’album “Roses” del 2012 siamo stati di nuovo in tournée a giro per il mondo intero. E con grandi vibrazioni del cuore durante i live, e risate e abbracci con Noel, Mike e Fergal. E sono però anche aeroporti e valigie, letti anonimi nelle suite di hotel a cinque stelle, telefonate via skype a casa alle due del mattino dall’altro capo dell’oceano per paura che la mia famiglia possa abituarsi all’idea di poter fare a meno di me. Da vent’anni ho un marito che amo e tre splendidi figli. Non ci rinuncio. Quando torno a casa accompagno a scuola, ogni volta che posso, mia figlia più piccola. Lei non inquadra bene il mio mestiere e va dicendo agli amichetti che la mamma canta e suona la chitarra ma non per passatempo. Io canto e suono la chitarra, sì. Perché con questa passione ci sono nata. Perché a un certo punto, poco più che adolescente, sono diventata famosa in tutto il mondo grazie ai miei allunghi vocali, ai gorgheggi spezzati, ai miei testi felicemente paranoici, disperatamente vitali, flemmaticamente inquieti. Il rock all’irlandese è il marchio di fabbrica dei Cranberries e sempre lo sarà. E la musica è il mio mestiere. Ma è anche la mia pozione magica, la mia terapia, così come lo sono i miei figli. Pensare ai miei bambini e cantare mi ha tirato fuori dall’anoressia e dalla depressione. Suonare scaccia i demoni. Quelli che mi hanno stritolato di nuovo due anni fa, quando al funerale di mio padre ho incontrato quell’uomo che mi assaliva da bambina. Finalmente l’ho raccontato pubblicamente una decina di giorni fa in un’intervista al Life Magazine dell’Independent. Sono felice perché molti fan hanno detto e scritto che sono stata coraggiosa. Non so. So che i demoni di ogni violenza che altri ci buttano addosso si impiantano nella nostra testa per farci diventare degli zombie.
Sono molto vicina a ciascuno di voi. A te. Ogni volta che “passi molto tempo nella tua testa”, come canto in “Tomorrow”. Ma il domani può essere “so great” soltanto “if you had some faith”. Cioè fiducia. In me, in te stesso, negli altri, nella vita, in Dio. You should come away with me, baby. Ciao Italia, love everybody.        
 

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