16/01/14

L'IMPUTATO HOLLANDE SI ALZI IN PIEDI! di Domenico Coviello


 
Vostro Onore, signori della Corte, signori Giurati. Ho il gratificante fardello di difendere qui, davanti a questa augusta assemblea, la persona del mio assistito, il presidente della Repubblica Francese François Hollande.
 
Egli sarebbe reo, secondo le disposizioni del Tribunale Mediatico Internazionale che lo ha rinviato a giudizio, di aver trescato con una giovane amante, la signorina Julie, di professione attrice; mettendo a repentaglio la sicurezza sua personale, privandosi, in quanto Capo dello Stato, della dovuta sorveglianza di polizia; andando a effettuare verosimili atti sessuali e gozzovigli vari in un appartamento appartenuto a un affiliato alla mafia còrsa e situato ben in vista, in pienissimo centro a Parigi, a poche centinaia di metri dall’Eliseo.

Ebbene il mio assistito, signori, si proclama, ed è, innocente. Come è noto vi è un incontrovertibile principio universale sempiternamente valido per le persone umane di sesso maschile. Esso è condensato nella sia pur non casta formula: “Tira più un pelo di… che un carro di buoi”. Tale regola che si tramanda dall’origine di questo mondo vale a più forte ragione, signori miei, per gli uomini politici di alto rango quali, appunto, Monsieur Hollande.


La non particolare avvenenza psico-fisica del presidente di Francia non tragga in inganno: egli è uomo all’antica, semplice ma fascinoso, di buone maniere eppure focoso, abbacinato dalla luce del potere ma capace di distinguere perfettamente la bellezza, la grazia e - mi si passi il termine - la ficaggine delle donne dai 40 in su. Vi è in lui una pragmatica forma di saggezza: conoscendo la sua natura matrigna che lo volge progressivamente verso femmine di lui più giovani, si è guardato bene dal contrarre il sacro vincolo del matrimonio, (istituzione ormai desueta, signori cari) e perciò non si è mai sposato. In tal modo ha potuto intrecciare feconde relazioni amorose, con una certa, sana, disinvoltura!  

Tutto ciò premesso, eccoci al dunque. Per qual serio motivo il mio assistito dovrebbe essere condannato? Perché ha un’amante? Suvvia signori… beh, certo c’andava in scooter come un ragazzino adolescente appena innamorato… e allora? L’amore è cieco e scaglia i suoi dardi che non ammettono difese!
 
A sessant’anni si è ancora adolescenti! “Ha messo in pericolo la propria vita di Capo dello Stato esponendosi a possibili attentati facili da compiere” si è detto. Ma vi prego! Vorreste voi che un uomo come Hollande sfuggisse all’ebbrezza degli incontri clandestini con l’amata perché potrebbe esserci l’eventualità che un clandestino della banlieue lo insegua in moto per tamponarlo? “L’alcova dell’amore tra François e Julie era stata nella disponibilità di un criminale”, si è aggiunto. Eh beh… sì… ma perché il presidente avrebbe potuto essere ricattabile allora? La mafia còrsa, a cui apparterrebbe il soggetto, potrebbe cogliere l’occasione e intavolare buoni affari con la Repubblica.

Guardiamo infatti a ciò che da circa 150 anni avviene in Italia! Là di mafie ne hanno almeno quattro: siciliana, campana, pugliese e calabrese, e gli affari vanno a gonfie vele! I nostri cugini d’Oltralpe ci sono maestri.
 
Da loro un ex premier, la notte dell’elezione del presidente degli Stati Uniti, si trovava affaccendato a trafficare – per quanto ciò potesse riuscirgli – sotto le lenzuola di un cosiddetto “lettone di Putin”, nel tentativo di placare a pagamento vecchie pulsioni da erotomane, e ove una femmina in cerca di favori e prebende si concedeva registrando segretamente conversazioni e quant’altro per essere poi pronta a ricattarlo in un secondo momento.
E come commentare la vicenda della “nipote di Mubarak”, una minorenne finita anch’essa sotto le lenzuola presidenziali e pronta anch’essa, giustamente, a ricattare con richieste milionarie il blasonato ex premier in preda a bollori, pompette e siringhe per raggiungere almeno un’erezione? No, signori. Non potremo mai raggiungere il livello di superba, fantastica scenografia teatrale degli italiani!

E voi vorreste invece condannare François Hollande! Un’anima candida al confronto dei politici spaghetti e mandolino! In fondo il mio assistito ha soltanto ripetutamente cornificato la compagna Valérie, con la quale, a suo tempo, aveva già cornificato la precedente compagna Segolène da cui ebbe 4 figli. Ma è niente al confronto di quell’ex premier italiano, la cui moglie Veronica è stata da lui cornificata perfino con delle ragazzette di 17 anni!
Dunque concludo, signori della Corte, signori Giurati. Il presidente della Repubblica francese, François Hollande, sia assolto per insufficienza di prove. Anzi, di più. Perché il fatto non sussiste. Non sussiste, nella realtà, che un comune mortale vada dall’amante in motorino sotto gli occhi della compagna a pochi metri da casa, dandosi la zappa sui piedi da solo! Non sussiste nella realtà che un comune mortale non si curi che l’alcova del tradimento sia protetta e al riparo da occhi indiscreti! Non sussiste nella realtà che un comune mortale si sbracci a dichiarare “Valèrie è la donna della mia vita”, quando fino a poco prima lo era un’altra e ben presto lo sarà un’altra ancora!

Il presidente Hollande rivendica la privacy su questa sua vicenda. E ha ragione! Per lui la realtà non è quella dei comuni mortali. E’ quella dei re. Dove tutto e il contrario di tutto si tengono sempre insieme!    

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