16/01/14

CARA SILVIA: LA RISPOSTA ALLA RISPOSTA di Domenico Coviello


Cara Silvia, ho parlato con Ivan e gli ho fatto leggere la tua risposta. E’ tutto contento, nella sua inguaribile stralunataggine. Pensava di beccarsi un servilliano “vafangulo”, invece si è ritrovato una critica e una difesa di Servillo davvero serrate e ottimamente presentate.
A lui non interessava criticare “La grande bellezza”, ma un grandissimo attore che, di fronte a un, per altro molto pacato, rilievo finale di una giornalista al telefono, circa critiche che sono state fatte al film in Italia (senza neanche entrare nel merito delle stesse), perde le staffe molto banalmente – come un Ivan qualunque, insomma – e invece di rispondere, magari con una semplice battuta, proclama, con una certa prosopopea attoriale, che “le critiche sono inopportune in questo momento e alla maggioranza degli italiani non interessano” (dopodiché procede al “vaffa”).
Perché criticare qualcosa dovrebbe essere un atto “inopportuno”? Di solito così rispondevano i censori, anche quelli delle pellicole cinematografiche (come Andreotti negli anni ’50). Se qualcuno fa delle critiche, “La grande bellezza” rischia di perdere pubblico nelle sale oppure l’Oscar? Perché Servillo stabilisce inderogabilmente che le critiche “non interessano alla maggioranza degli italiani”? E se anche così fosse, un giornalista deve obbedire alle maggioranze?
Povero Ivan, cara Silvia, cerca di capirlo. Si fa delle domande che ai nostri tempi appaiono da moralizzatore un po’ parruccone. Però alla fine di tutto - mi ha detto -, non bastava che Servillo rispondesse alla giornalista ponendole quei quesiti che Silvia pone così bene circa le critiche preconcette al film? E, ha concluso, speriamo comunque che il film vinca l’Oscar! 
 

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