Ho amato molto le cose semplici.
Preparare una brace sulla riva per arrostirci sopra del pesce appena pescato
dal Lago di Tiberiade, ad esempio. Sono risuscitato dai morti anche per
ripetere questo gesto così umano, e ho di nuovo assaporato quel cibo con i miei
discepoli. Avevo i buchi dei chiodi ai polsi e sul collo dei piedi. Il costato
spezzato da una lancia, la fronte penetrata da spine di rovo, la schiena e il
torace flagellati. Ma il mio sangue era rappreso, la ferite rimarginate: non
sentivo più il dolore del corpo e l’angoscia del cuore, poiché avevo superato
la più grande delle prove.
Non ho voluto sfuggire al destino,
poiché sapevo che era nella mente di Dio. La mia missione era chiara. Volevo
testimoniare che Dio è come un babbo, una mamma, per ogni uomo e ogni donna
sulla Terra. E ogni uomo o donna è fratello a ciascun altro uomo, a
ciascun’altra donna. Per questo c’è ancora oggi chi mi dice rivoluzionario.
Perché se fosse messo in pratica ciò che ho insegnato la gerarchia piramidale di
questo mondo sarebbe ribaltata. Al vertice sarebbero tutti coloro che amano.
Che hanno mendicato amore. Disperatamente. Alla base tutti coloro che
rinunciano ad amare. Che hanno messo al primo posto il potere, la gloria, la
vanità, la forza. Ma il mio Regno non è di questo mondo. E ogni cosa si compirà
alla fine dei tempi.
Io cammino ancora e sempre, invisibile,
sui marciapiedi delle città, nei sottosuoli della storia, alla ricerca del
volto di ciascuno di voi. Sapete bene dove trovarmi. Poiché sta scritto. Ogni
volta che vestirete uno dei miei fratelli più piccoli perché è rimasto nudo, gli
darete da mangiare perché è affamato, da bere perché è assetato, lo ospiterete
perché è straniero, lo visiterete perché è malato, lo andrete a trovare perché
è carcerato, ogni volta che avrete fatto questo, lo avrete fatto a me. Io non
sono che un mendicante d’amore. Per questo sono venuto sulla Terra. Non posso
vivere senza l’amore di ogni uomo e di ogni donna. Io ho bisogno di voi.
Le immagini sono tratte da "Il Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini.
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