Vedovo, disperato, instabile (in tutti i sensi) perché vecchio, solo, protetto si fa per dire dai suoi libri, ben disposto al suicidio se pur maldestro e a farsi prendere in giro dalle commesse pur di non imparare una parola di francese nei tre anni in cui ha scelto di vivere a Parigi, lui ex professore di filosofia, americano.
Il secondo naso è del tutto diverso, non nobile ma classico, greco, forse, italico, forse popolare, appartiene alla bionda giovane Pauline (Clémence Poésy) che incontra Morgan in autobus e se ne occupa. Ecco, se ne occupa, ed è una cosa straordinaria, è inutile negarlo. Perché lo fa con gioia ed allegria.
E' anche lei insegnante ma di cha cha cha e quando la vedi ballare fra i suoi allievi ti accorgi che non è affatto quella pallida ragazza qualsiasi che vedevi solo pochi minuti prima.
Gira e rigira viene in mente Lolita? Il patetico racconto dell'ultimo colpo di coda del bel vecchio? Non ci siamo! E' amicizia, bella e buona. E basta vedere il sorriso sotto il bel naso di Caine per rendersene conto. Ma lui si sente male (se è vecchio è vecchio!) ed arrivano dall'America, non si sa quanto preoccupati, i due figli proprietari a loro volta ognuno di un naso notevole. Lei, vacua bella bionda, fra shopping (già che c'è) e telefonate, è interpretata da Gillian Armstrong, l'indimenticata Dana Scully di X Files, che per mantenere quella linea non può mangiare più di un grissino la settimana.
Si occupa del padre quanto me ne occupo io (di suo padre) e presto tornerà a Chicago per salvare il marito che sta per soccombere nell'impresa di occuparsi a sua volta dei figli per la prima volta. Per tornare ai nasi quello di Gillian ci ha fatto sognare a partire dal '93 sul piccolo schermo, insomma si sa di che si parla! Di un bel naso medievale, pieno di personalità e di storia, è indossatore lo strabello Justin Kirk, il figlio maschio di Morgan, che se lo porta a giro nel film come se fosse una cosa ovvia: curvo, attento, un po' arrogante quel naso lì fa subito la parte dello stronzo vedendo in Pauline l'arrivista che illude il vecchio citrullo per accaparrarsi i suoi non trascurabili beni. Intanto Michael Caine sfoggia sia a lezione di cha cha cha che nelle aspre e rancorose discussioni col figlio una bella e tenera, per niente dissimulata, anzi portata con orgoglio come le famose rughe della Magnani, pancia da vecchio. A questo punto ci si accorge bene che c'è un rischio: stai a vedere, ti dici, che Sandra Nettelbeck casca nella cacca di un finale lieto e per niente sorprendente? Si, è così. Pazienza, secondo me il film merita lo stesso di essere visto: ci sono dei signori nasi, fidatevi!
PS: è vero, Justin Kirk è davvero bello, ma vi giuro che non è l'invidia che mi fa dire che ha la fronte di chi perderà presto i capelli.
PPS: le foto sono poche ma a un certo punto una signora seduta dietro a me mi ha battuto sulla spalla e mi ha fatto categoricamente capire che lo schermo luminoso del mio cellulare la disturbava. Io quando chi mi brontola ha chiaramente ragione mi viene una rabbia!
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