Bel titolo di
Annie Ernaux (Passione semplice) per un racconto veloce e cricchiante che
ricorda il rumore del cellophan di buona Paolocontiana memoria.
In una sessantina di pagine intense Ernaux
parla di sé oggetto e soggetto di un’infatuazione sconquassante in cui non
possiamo non ritrovarci almeno in parte. Le preziose occasioni d’incontro, le
insonnie, l’insofferenza verso gli “altri”, le scaramanzie, l’amore fisico
fatto col cuore in gola, rabbia e frenesia.
Una confessione che non si cura
tanto della forma letteraria ma è pura necessità.
Titolo un po’
scemo di Coetzee (L’infanzia di Gesù) per un lungo racconto di felice
ambientazione. Come già in precedenti romanzi il mondo pare sull’orlo della
catastrofe, o ne siamo appena usciti e ci stiamo riorganizzando.
Benevolenza è
la parola per descrivere la via di salvezza della nuova umanità. Nello scenario
apocalittico dei migranti in una terra nuova – pare d’essere su un pianeta
alieno - un adulto s’incaponisce a cercare la madre di un bambino disperso e,
novello arcangelo Gabriele, decide di affidarlo ad una ragazza scelta d’istinto
che prima sbigottisce poi accetta. Mi va di dire che ci sono pagine bellissime,
le prime ottanta, per esempio, di grande emozione e lenta costruzione, ma poi
con quella scrittura pacata e circostanziata che gli è propria Coetzee rischia
di annoiare a morte, spesso riuscendoci. Lo sbadiglio ci accompagna per un buon
tratto di lettura, ed è un peccato.
Eh, anche gli scrittori invecchiano.
Qualcosa si guadagna qualcosa si perde. In questo caso si perde spazio sullo
scaffale dei libri, per dirne una.
Annie Ernaux,
PASSIONE SEMPLICE, Bur, 7 euro – forte e onesto
J. M. Coetzee,
L’INFANZIA DI GESÚ, Einaudi, 20 euro – bello e impossibile
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