SCRIVE M. SU FB IL 26 MAGGIO
La nutella di Virzì
So già che sarò impopolare ma a me "La pazza gioia" di Virzì non ha fatto per niente impazzire. E la ragione per cui lo dico è che questo ultimo film ha il difetto di fondo di quasi tutti gli altri suoi film: è così vero da essere finto.
Mi spiego. I film di Virzì non sono fatti per raccontare una storia o innescare una riflessione ma per far piangere, far provare allo spettatore emozioni elementari e violente. La via attraverso cui il regista cerca di ottenere questo effetto sono i temi, che sono sempre troppo facili. In questo caso, la forza del legame tra una madre e figlio, la malattia mentale, l'amicizia, la disumanità della burocrazia. Tuttavia, non ancora non abbastanza sicuro di far piangere, Virzì spinge quel tema all'estremo, lo inzuppa nel pathos, nel dramma, nell'esasperazione da non lasciare più scelta: chi non piangerebbe davanti a una mamma a cui viene impedito di abbracciare il suo bambino?
Il problema è che in questo modo il sentimento, nelle sue mani, diventa sentimentalismo, il dramma melodramma, la semplicità semplicismo. Dal momento che tanta tristezza va alternata con un sorriso, Virzì cerca anche qualche effetto comico ma l'ombra di grossolanitá che sempre incombe sui sui film svilisce quel sorriso e lo tramuta in caricatura. Come una caricatura, in fondo, è titolo, con l'allusione ai momenti di gioia di chi è pazzo.
Nel film ci sono, è vero, alcune battute carine, qualche bella trovata narrativa, la regia è inteligente ma non sono mai riuscito a togliermi il fastidioso dubbio che tutto fosse poco sincero e piuttosto paraculetto. La citazione di Thelma&Louise riassume bene il resto: è troppo esplicita, troppo scoperta, troppo telefonata per non essere un espediente retorico.
Se Virzì fosse un cuoco, io me lo immagino dedito a fare dolci solo a base di nutella: sarebbero dolcissimi, piacerebbero a tutti, tutti li comprerebbero nonostante il loro sapore sia, di fondo, dozzinale e finto.
Mi spiego. I film di Virzì non sono fatti per raccontare una storia o innescare una riflessione ma per far piangere, far provare allo spettatore emozioni elementari e violente. La via attraverso cui il regista cerca di ottenere questo effetto sono i temi, che sono sempre troppo facili. In questo caso, la forza del legame tra una madre e figlio, la malattia mentale, l'amicizia, la disumanità della burocrazia. Tuttavia, non ancora non abbastanza sicuro di far piangere, Virzì spinge quel tema all'estremo, lo inzuppa nel pathos, nel dramma, nell'esasperazione da non lasciare più scelta: chi non piangerebbe davanti a una mamma a cui viene impedito di abbracciare il suo bambino?
Il problema è che in questo modo il sentimento, nelle sue mani, diventa sentimentalismo, il dramma melodramma, la semplicità semplicismo. Dal momento che tanta tristezza va alternata con un sorriso, Virzì cerca anche qualche effetto comico ma l'ombra di grossolanitá che sempre incombe sui sui film svilisce quel sorriso e lo tramuta in caricatura. Come una caricatura, in fondo, è titolo, con l'allusione ai momenti di gioia di chi è pazzo.
Nel film ci sono, è vero, alcune battute carine, qualche bella trovata narrativa, la regia è inteligente ma non sono mai riuscito a togliermi il fastidioso dubbio che tutto fosse poco sincero e piuttosto paraculetto. La citazione di Thelma&Louise riassume bene il resto: è troppo esplicita, troppo scoperta, troppo telefonata per non essere un espediente retorico.
Se Virzì fosse un cuoco, io me lo immagino dedito a fare dolci solo a base di nutella: sarebbero dolcissimi, piacerebbero a tutti, tutti li comprerebbero nonostante il loro sapore sia, di fondo, dozzinale e finto.
MIO COMMENTO AL POST DI M. IL 27 MAGGIO
Ad essere sincero aspettavo che lo dicesse qualcuno dei miei amici, insomma era nell'aria, non poteva mancare. Hai vinto tu, sei arrivato per primo, ma non so se congratularmi con te visto che a me il film di virzì é piaciuto anche più che molto e che invece nelle tue parole ho trovato una qualche sensazione di "falso", inteso come un bisogno di uscire dal coro (e convengo con te che il coro é spesso un po' sospetto). Bisogno che in questo caso leggo come una debolezza, un indulgere ad un certo narcisismo.
Martino, io "la pazza gioia" l'ho visto il primo giorno di uscita, ma ho aspettato a scriverne anche sul mio blog. Perché? Perché anche io non amo i cori, ecco. Ma, sono vecchio e magari finisco per diventare un po' saggio anche io. Ebbene: capita che i cori possano anche avere ragione, non é frequente ma puó capitare e questo mi sembra proprio il caso e mi ci infilo volentieri. Per me questo é un film bellissimo e sanamente controtendenza rispetto al renzismo imperante ma questo é un argomento complicato e la chiudo qui, almeno per ora.
Scusa M. per queste parole franche ma ti voglio troppo bene per non essere sincero.
Ps: riuscire a far fare così bene a Valeria Bruni Tedeshi una parte così lontana dai suoi consueti cliché non deve essere stato un affare da poco. Fosse solo per questo Virzì for ever!
Martino, io "la pazza gioia" l'ho visto il primo giorno di uscita, ma ho aspettato a scriverne anche sul mio blog. Perché? Perché anche io non amo i cori, ecco. Ma, sono vecchio e magari finisco per diventare un po' saggio anche io. Ebbene: capita che i cori possano anche avere ragione, non é frequente ma puó capitare e questo mi sembra proprio il caso e mi ci infilo volentieri. Per me questo é un film bellissimo e sanamente controtendenza rispetto al renzismo imperante ma questo é un argomento complicato e la chiudo qui, almeno per ora.
Scusa M. per queste parole franche ma ti voglio troppo bene per non essere sincero.
Ps: riuscire a far fare così bene a Valeria Bruni Tedeshi una parte così lontana dai suoi consueti cliché non deve essere stato un affare da poco. Fosse solo per questo Virzì for ever!
M. ANCORA IL 27
Caro Gianni Caverni,
Il tuo commento mi sorprende non poco. Se non ho capito male se a uno non piacciono i film che sono piaciuti a te deve essere zittito con allusioni personali molto poco eleganti e poco affettuose. Altrettanto sorprendente è la concezione delle opinioni minoritarie: sono solo strumentali e servono, se non ho capito male, a distinguersi. Il paragone è esagerato, lo so, ma sulla base del tuo ragionamento gente come Mandela era mossa solo dal narcisismo.
Ti posso assicurare che non c'è niente in me di più lontano, appunto, dall'indulgenza narcisistica. Se non l'hai capito, significa che mi conosci poco. Anche perché uno che fa quello che fa il coro con il segno opposto, è un anticonformista apparente e non è libero, dal momento che orienta i propri comportamenti in base ai comportamenti altrui. In altre parole, è un cretino.
Io non avevo nessun secondo fine quando ho osato esprimere questa opinione. Ho trascritto quello che il film mi ha suscitato con l'intenzione di confrontarlo con tutte le altre persone che l'avevano visto. Tutto qui. Non c'erano specchi di mezzo ma solo curiosità per le opinioni altrui - e quel "so di non essere popolare" intendeva essere un modo per scusarmi se qualcuno avesse trovato le mie parole fastidiose.
È vero, sono più giovane di te, e tu avrai di certo più esperienza della vita. Dì sicuro, però, ho imparato che quando non si è d'accordo con qualcuno, è meglio rispondere attenendosi al merito e mai scendere sul piano personale mescolando il carattere e, cosa ancora più scorretta, il piano professionale. Ho anche imparato che se c'è qualcosa che mi infastidisce, io uso il telefono e non la bacheca di Facebook. E questo perché non ho bisogno di spettatori. Mi sentirei un narciso, a farlo
Il tuo commento mi sorprende non poco. Se non ho capito male se a uno non piacciono i film che sono piaciuti a te deve essere zittito con allusioni personali molto poco eleganti e poco affettuose. Altrettanto sorprendente è la concezione delle opinioni minoritarie: sono solo strumentali e servono, se non ho capito male, a distinguersi. Il paragone è esagerato, lo so, ma sulla base del tuo ragionamento gente come Mandela era mossa solo dal narcisismo.
Ti posso assicurare che non c'è niente in me di più lontano, appunto, dall'indulgenza narcisistica. Se non l'hai capito, significa che mi conosci poco. Anche perché uno che fa quello che fa il coro con il segno opposto, è un anticonformista apparente e non è libero, dal momento che orienta i propri comportamenti in base ai comportamenti altrui. In altre parole, è un cretino.
Io non avevo nessun secondo fine quando ho osato esprimere questa opinione. Ho trascritto quello che il film mi ha suscitato con l'intenzione di confrontarlo con tutte le altre persone che l'avevano visto. Tutto qui. Non c'erano specchi di mezzo ma solo curiosità per le opinioni altrui - e quel "so di non essere popolare" intendeva essere un modo per scusarmi se qualcuno avesse trovato le mie parole fastidiose.
È vero, sono più giovane di te, e tu avrai di certo più esperienza della vita. Dì sicuro, però, ho imparato che quando non si è d'accordo con qualcuno, è meglio rispondere attenendosi al merito e mai scendere sul piano personale mescolando il carattere e, cosa ancora più scorretta, il piano professionale. Ho anche imparato che se c'è qualcosa che mi infastidisce, io uso il telefono e non la bacheca di Facebook. E questo perché non ho bisogno di spettatori. Mi sentirei un narciso, a farlo
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Ma no, non mi hai offeso. Una volta che ho finito di scrivere mi sono messo a riflettere su come questo strumento ci renda intolleranti e irritabili.
Magari quando capiti a firenze vediamoci, dai!
Ok, volentieri. Si va a rivedere La pazza gioia!!!
Hahaha, ok, aggiudicato!
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