Roland Turner nel corpaccione di John Goodman ne fa una questione di ponti: insomma contesta a Llewyn Davis (Oscar Isaac) che il suo partner nel duo folk per suicidarsi abbia scelto di buttarsi da un ponte anonimo. Resta il fatto che Oscar rimane solo a cercare, con poca voglia, di farsi una vita da cantante solista e da persona normale.
Pare ispirato alla vita del cantante folk Dave Van Ronk, attivo a New York negli anni sessanta, l'ultimo film dei fratelli Coen, A proposito di Davis, sta per 105 minuti a scaldare i motori ma non parte mai.
La scena iniziale con Davis che canta nel Village e con i cazzottoni che si prende subito dopo, per un artificio narrativo ormai diffuso anche nei testi degli esami di maturità, si ripete alla fine del film dove trova la sua spiegazione logica, ma è una spiegazione così prevedibile e poco significativa che quando arrivano i titoli di coda ci resti male perché per tutto il film hai aspettato fiducioso che i grandi fratelli ti dessero una frustata e invece ti hanno servito una camomilla.
L'unica differenza fra la prima e l'ultima scena è che quando Davis esce per incontrare i cazzottoni il suo sguardo si sofferma su chi gli è succeduto sul palco, un tipetto riccioluto che sembra proprio essere un incipiente Bob Dylan.
E' che sono certo che tutti quelli che hanno visto Davis hanno fatto un confronto con un altro fallito coeniano, Lebowski. Ma non c'è proprio partita, tanto Lebowski è grande, appunto, e geniale fosse solo nell'andare al supermercato in ciabatte e accappatoio, quanto Davis gira per NY, ma anche sulla via di Chicago, in compagnia di un bel gatto rosso solo nei confronti del quale, o meglio nei confronti dei suoi proprietari, sembra avere un accesissimo, e per altro inspiegabile, senso di responsabilità che stenta a palesarsi per il resto del mondo.
Nel suo soggiornare per divani, particolare tipo di homeless, Davis scopre dopo 3 anni di avere un figlio a sua insaputa,
un figlio del quale, c'è da scommetterci, continuerà a non occuparsi anche consapevolmente. Doppio preservativo e nastro isolante gli suggerisce molto rabbiosamente l'ultima "vittima" del cantante serial fuker delle donne degli amici, incinta anche lei in procinto di aborto.
Che peccato, lo aspettavamo tutti quest'ultimo lavoro dei Coen, specialmente dopo il Grand Prix Speciale della Giuria di Cannes. Però un po' ce l'aspettavamo: se ne parlava poco, un motivo ci doveva pur essere.
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