Dicevamo
dei baci, l’ultima volta.
Perché
i baci sono come il colpo di inizio, la bandiera che si abbassa, il
“via!” che fa partire la gara, ma poi, signore e signori, c’è
da arrivare al traguardo, almeno se ne avete voglia. Baciarsi è
sempre un buon modo per cominciare col sesso: i baci sono umidi,
esplorativi ed eccitanti, viatico perfetto e introduzione
sufficientemente dettagliata senza spiacevoli rivelazioni sul finale.
Per
proseguire però, saltare troppo “in medias res”, ecco, non è
proprio che dia ottimi risultati. Niente da rimproverare a chi si
gode di tanto in tanto una fulminante sveltina, ma i tempi lunghi,
con adeguato riscaldamento, di solito giovano al punteggio finale. E
allora baciatevi, dicevamo, e tanto. Ma poi accarezzatevi anche, ché
soprattutto se ancora non vi conoscete bene il corpo di chi vi sta
accanto è un paesaggio sconosciuto da esplorare.
Seguite
con le dita il profilo del viso, passate i polpastrelli sulle linee
delle orecchie, indugiate sul collo e sulla misteriosa fossetta dove
pulsa il battito del cuore (vi ricordate il “Bosforo di Almasy”
nel “Paziente inglese”?). Avete mai leccato le sopracciglia del
vostro amante? Sapete che sapore hanno? Succhiare le dita, una ad
una, suona invece come una bella promessa, ma potete applicarvi anche
ai lobi delle orecchie o ai capezzoli che vi verranno incontro
sull’attenti. Il petto, le spalle, la schiena sono spazi aperti e
selvaggi dove le mani possono sbizzarrirsi a stringere, massaggiare,
afferrare, scivolare fino a saziarsi e a stordire; ma anche la gambe
hanno i loro segreti, nascosti nella piega dietro le ginocchia, nella
pelle tenera dell’interno coscia, nella rotondità reattiva dei
muscoli.
Sarebbe
un peccato perdersi l’occasione di disegnare una mappa del corpo
desiderato.
E farlo vuol dire imboccare la strada giusta per
approdare con grazia e senza strattoni alla tappa fondamentale del
sesso orale, di un cunnilungus praticato con esasperante destrezza o
di una fellatio magistrale. Durezza lignea e umori abbondanti sono la
ricompensa per chi decide di incamminarsi con calma, di costruire un
climax sensuale, di godere e assaporare prima di esplodere nel
piacere finale. Ci vuole tempo, è vero. Ma ne vale la pena. Per il
piacere, ma anche per la conoscenza.
È
anche vero però che non sempre si possono dedicare ore al sesso:
anzi, è bene non scivolare nell’idea di una prolungata perfezione
dell’accoppiamento. Potrebbe nuocere e far perdere occasioni più
rapide ma non meno preziose. Vi aspetto dunque il prossimo giovedì
con l’elogio della sveltina. Che ogni tanto ci vuole, fosse solo
per rilassarsi un po’.
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