Altri (altre) qui su I.V. analizzano con precisione ed emozione il film. io mi limito a due sole notazioni che mi sembrano però importanti.
La prima cosa che voglio dire è la straordinaria partecipazione di Diego Armando Maradona al film. Insomma non è proprio il vero Pibe de oro ma è chiaramente lui lo stesso. Particolare del tutto trascurabile è che il Maradona di Sorrentino ha un gigantesco Karl Marx tatuato sulla schiena mentre quello vero ha un grosso Che Guevara tatuato sul bicipide. Trovo bellissimo che in questa straordinaria coppia di giganti della cultura intorno ai quali ruota tutto il film e le riflessioni su vecchiaia e giovinezza, trovi il suo posto i più grande calciatore di tutti i tempi. Michael Caine / Fred, compositore e direttore d'orchestra famosissimo e in pensione, e Harvey Keitel / Mick, regista di fama internazionale che sta completando la sceneggiatura di quello che definisce "il mio film / testamento", sono amici, amici "che si raccontano solo le cose belle".
E Maradona perché? Paolo Sorrentino, napoletano, ha 17 anni quando il supercampione argentino porta il Napoli al suo primo scudetto e 20 quando Diego Armando conduce la squadra partenopea a vincere il suo secondo campionato: non basta perché in questo affresco barocco che è "Youth" trovi un posto di grande prestigio anche il grande favoloso campione ormai deformato dagli anni, dagli stravizi, dalla droga, dalla ribellione ma ancora capace di sparare in cielo una pallina da tennis colpendola, in un incredibile palleggio, con il suo magico piede sinistro (nudo!)? E mentre nella piscina termale di quest'albergo per vecchi ricchissimi, nelle Alpi svizzere, si disquisisce delle capacità ribelli e creative dei mancini un Maradona impacciato e modesto informa di esserlo anche lui come se il mondo intero non lo sapesse più che perfettamente.
La seconda cosa che mi preme dire è che questo film ha, proprio perché ideale seguito de "La grande bellezza", confermato la cura assoluta che Sorrentino dedica alla bellezza, delle immagini, delle locazioni, delle atmosfere. Mi sembra serva a poco citare i film precedenti, uno per tutti "Le conseguenze dell'amore", come esempi di un rigore dal quale il regista si sarebbe "pericolosamente" allontanato. la Bellezza e Youth sono evidentemente l'attuale punto d'arrivo nell'evoluzione di un artista e se proprio bisogna occuparsene sarebbe più opportuno provare a capirne il perché, magari cercare di individuare le relazioni profonde che legano le emozioni e la produzione di un artista ai meccanismi sociali, economici, politici, antropologici che stanno muovendo in questo preciso momento questa parte di mondo o, più probabilmente, il mondo intero.
In fondo quello che voglio dire è ben sintetizzato dalla chattata odierna che ho avuto con l'amica Antonella e che qui riporto fedelmente.