20/10/16

LA PREZIOSA ARTE DI SCOMPARIRE di Miss Holmes

Autunno uggioso, di sbalzi di temperatura, allerta meteo e riflessioni gravi. I meteopatici, tipo me, sopravvivono pensando alle decorazioni di Natale che segnano il recupero della luce sull’oscurità.  
È il periodo adatto per tornare a preparare dolci, perché accendere il forno ora è un piacere, invitare amici a cena, scegliere vini più corposi, giocare a scacchi, fare commenti acidi sulla politica, riparare la libreria che pencola minacciosamente, leggere di più e fare nuove conoscenze da tenersi vicine per scaldarsi nelle lunghe e buie sere novembrine.

L’ultima opzione è una delle più interessanti. Implica tutta una serie di azioni che contribuiscono al buonumore, al benessere psicofisico e anche al consolidamento del pil nazionale, visto che in fase di conquista la propensione alla spesa aumenta.
Però c’è un però. Anche piuttosto grosso, diciamo. Perché c’è il rischio di incappare in un più o meno grave errore di valutazione e idealizzare qualcuno che proprio ideale non è, obnubilate da necessità urgenti o romanticismi di ritorno.

Può capitare che quello che era sembrato un perfetto gentleman si sieda a tavola e si serva per primo dal piatto di portata, senza accennare a provvedere a voi; che l’entuasiasta che vi ha corteggiato spietatamente per convicervi ad uscire sparisca in bagno al momento di pagare il bloody mary; che il compagno di una sera esageri col turpiloquio, non si lavi tutti i giorni, sia un fanatico del dio Po o provi a mettervi le mani addosso dopo 5 minuti. Che il brillante speaker si riveli di una noia mortifera dopo solo mezzora vis à vis. 

Potete incappare anche nel tipo sposato che vuole a rimorchiare o nel matto autentico che si svela solo sul lungo periodo. Può capitare di tutto a svelare l’assoluta inadeguatezza della nuova conoscenza e ognuno ha la sua soglia di tolleranza. Il che ci porta al nocciolo della questione: una strategia per sfilarsi torna comoda a tutte. Da avere a portata di mano, telefono o semplicemente idea, quando una situazione dovesse farsi per motivi diversi insostenibile.
Sfilarsi, dicevamo. Con calma, dignità e classe, se possibile.
Intanto: scappare dalla finestra può essere divertente (l’ho fatto più di una volta, finendo poi sempre a casa di amiche a ridere a crepapelle) ed è senz’altro efficace, però non è elegantissimo. 

Anche dare numeri di telefono sbagliati risolve il problema alla radice ma è da maleducate. Detto questo, non sono metodi da trascurare quando la situazione sia tale da richiedere un intervento di emergenza (vedi pazzi, sposati, cafoni estremi).
Quando è possibile però è davvero interessante esercitare l’arte del dileguarsi con grazia, lasciandosi alle spalle un leggero profumo di irraggiungibile sensualità e rimpianto. 

Servono sangue freddo e creatività. Tutto sta nel padroneggiare la strategia dell’allungare i tempi: impiegare molto di più a rispondere a messaggi e whatsapp, diradare gli incontri. Un giorno avrete il dentista e puff, salta il caffè. Un’altra volta avrete la festa di compleanno di un’amica e zac, bisogna rimandare il cinema. Evitate guasti in casa per cui potrebbe offrirvi un aiuto che sarebbe imbarazzante rifiutare. Non datevi malate, non sia mai che siate incappate in un accuditivo pronto a raggiungervi con brodo e pannetti caldi. Piano piano disabituatelo alla vostra presenza e dopo un paio di settimane sferrate la botta finale spiegandogli che non ve la sentite più di uscire con lui. Potete essere sincere, senza troppo pathos, e spiegare che all’inizio vi era sembrata una cosa diversa e ora non vi trovate molto bene nella storia. Di solito è la strada migliore.
Oppure si può fare diversamente. Non è bello, è vero. Ma potete sparire davvero. Non rispondere più. Silenzio assoluto davanti a sms, whatsapp, messenger, facebook, email, telefonate. Potete cancellarlo dai social, dalla rubrica del cellulare, dalla galleria delle foto. Non è bello ma a volte capita. 

A volte capita di essere troppo stanche per dare tutte le spiegazioni necessarie e magari affrontare la delusione, la sofferenza, la rabbia o addirittura l’indifferenza di qualcuno. Capita di sentirsi svenire alla sola idea di fissare un appuntamento, sedersi davanti a un uomo e parlare parlare parlare. Perché qui perché là e no, non è colpa tua, tu non c’entri e blablabla. E giustificarsi. O magari anche dargli dello stronzo o spiegargli che non è proprio il massimo propinare ad una donna un’identità quasi totalmente fittizia. A volte capita pure di essere troppo pigre per tutto questo, anche per arrabbiarsi quanto servirebbe. Non va fatto troppo spesso, per carità. Ma quando ce vo’, ce vo’, diciamo.


[P.S. Tutti i metodi che ho descritto riguardano situazioni in cui vi siate comunque al sicuro. Se un uomo prova a farvi del male, se alza le mani o vuole costringervi a fare cose che non volete c’è un’unica cosa da fare: denunciare. In questura, nei centri antiviolenza: chiamando l’1522 o http://www.direcontrolaviolenza.it/i-centri-antiviolenza/].

Nessun commento:

Posta un commento