23/04/14

POVERO POLLOCK, POVERO MICHELANGELO di Gianni Caverni

Con piglio audace, compatti come un sol'uomo, alla scoperta dell'acqua calda!
Dal vicesindaco/futursindaco Dario Nardella (Siamo felici di esserci lasciati tentare da questa avventura. Firenze non sarebbe Firenze se non si fosse mossa fuori dai confini prestabiliti, se si fosse accontentata dei risultati ottenuti smettendo di innovare, di guardare al futuro, di mettersi in gioco, di tentare nuovi traguardi. E ancora La sfida tra due geni "furiosi" quali Pollock e Michelangelo c'invita a riflettere non solo sul valore intrinseco delle opere esposte, ma sull'alto senso di una città che non teme di lasciarsi sedurre dall'inesplorato) all'Assessore alla Cultura e alla Contemporaneità del Comune di Firenze Sergio Givone (Una mostra difficile, dunque, che assume per noi tutto il sapore di una sfida. Sfida alta, altissima, ardita. Che Firenze non ha paura di lanciare) si alzano gli squilli delle chiarine per celebrare a dovere il grande coraggio degli amministratori e della città tutta nell'aver accolto ed organizzato "Jackson Pollock - La figura della furia", ossia la mostra che, fra Palazzo Vecchio e San Firenze, apparenta il dio dell'Action Painting a Michelangelo, il genio di Caprese.

Oddio, un certo coraggio c'è voluto davvero. Va bene che critici, storici dell'arte, organizzatori, se ci si mettono di buzzo buono riescono a trovare collegamenti e relazioni anche fra il rettangolo aureo e la cedrata Tassoni ma qui vedere collegare a tutti i costi l'incolpevole Jackson Pollock all'altrettanto incolpevole Michelangelo Buonarroti fa scaturire immediatamente la domanda su chi sia il pusher capace di fornire roba tanto sopraffina.

Si sono presi un paio di taccuini di disegni, anche pochini, conservati al Metropolitan di NY grazie a un'anonima donazione del 1990 e da allora esposti una sola volta dal museo stesso, per partire in voli pindarici così arditi che il povero Pindaro pare un dilettante (" La comprensione di Pollock è possibile solo a partire da Michelangelo ... Pollock torna a casa sua, non sappiamo se sia mai stato a Firenze, ma all'ombra di Michelangelo si è formato ... Qui si presenta un modello: il maestro e l'allievo", Givone dixit). Insomma pochi disegni mediocri fatti guardando le riproduzioni a stampa della Cappella Sistina, disegni realizzati fra i 25 e i 27 anni, dei quali probabilmente lo stesso Jackson, si è ben presto dimenticato.
Un certo coraggio c'è voluto anche nel costruire un monolocale (ampiamente finestrato sito in condominio prestigioso) nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio per mettere in mostra invece pochi quadri e carte del Pollock vero, quello del drip painting.

Ma soprattutto molto coraggio c'è voluto per affiancare a un Sergio Risaliti, a volte discusso ma senz'altro competente, la giovane "filosofa" Francesca Campana Comparini. Sembra un po' di sparare sulla croce rossa nel ricordare che Francesca ha 27 anni e nessun incarico di una qualche significanza al suo attivo.
Certo è che è la prossima sposa di Marco Carrai, l'imprenditore che piace al mondo ciellino, presidente dell'aeroporto fiorentino, membro del Cda dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, presidente per 3 anni della municipalizzata Firenze Parcheggi, principale punto d'unione con il mondo degli affari e con gli ambienti internazionali (soprattutto americani) dell'amico Matteo Renzi al quale, pagava l'affitto della famosa casa di via degli Alfani, quella che gli ha permesso di avere la residenza fiorentina necessaria per poter scattare nella corsa a sindaco, seconda tappa dell'irresistibile carriera politica del giovane premier. Ecco il nuovo che avanza!
Tornando alla mostra decisamente suggestivo l'allestimento nell'ex palazzo di giustizia di piazza San Firenze dove in due sale si snodano alle pareti, sul pavimento e sul soffitto, come in una grande e coinvolgente wunderkammer,  immagini fisse e in movimento del Pollock geniale rivoluzionario dell'arte del '900. Senza ammorbarci troppo con l'improbabile relazione col Buonarroti.

Fino al 27 luglio, 12,00 euro (9,00 ridotti), www.pollockfirenze.it.

6 commenti:

  1. Un'ennesima conferma dell'estrema provincialità dell' Intellighenzia Fiorentina!

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  2. Ciò che caratterizza il genio è la presenza di processi ricorsivi nelle opere, anche in modo inconsapevole. Come il moltiplicarsi all’infinito dell’immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli. Pollock aveva elementi ricorsivi nelle sue opere, che hanno permesso di riconoscere i falsi che ne sono assenti. Ciò dovuto alla presenza in piccola scala di frattali nei suoi disegni che sono ricorsivi per definizione e per natura. In Michelangelo è presente direttamente il gioco di specchi.. Nella Cappella Sistina, nella Creazione dell’uomo, le mani del Padre toccano il futuro Figlio dell’uomo, e sono protese verso Adamo, in modo similare. Simili nella Caduta dell’uomo sono l’angelo e il serpente tentatore. L’angelo e il serpente sono speculari. Sembrano dei gemelli. Simili sono Aman crocifisso nella Volta della Cappella Sistina e il Gesù del Giudizio Universale sulla parete d’altare. Gesù morì sulla croce interpretando anche la parte di Aman in un carnevale ebraico? In tal senso il “non finito” di Michelangelo è associabile alla “non forma” di Pollock, perché entrambi frutto, o portatori di processi ricorsivi-speculari. Cfr. Ebook (amazon) di Ravecca Massimo: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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    1. qualcuno te lo ha insegnato che esistevano i c.d. cartoni?

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  3. Adoro Pollock ma mi fido del giudizio di Gianni e ora non so se andrò a vedere questa mostra....
    Usciremo mai dal rinascimento a Firenze?

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  4. una mostra tra cultura e marketing, un accostamento a dir poco audace tra l’inventore del dripping e nientemeno che Michelangelo Buonarroti, figura chiave del Rinascimento italiano.
    Ma mi facciano il piacere!
    http://www.artonweb.it/eventimostre/articolo221.html

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  5. Caro Gianni,
    stasera, 6 maggio, con l'intenzione di andare al cinema ho aperto la pagina di My Movie e l'occhio, malandrino, m'è cascato subito sul banner sopra la testata: Festival delle religioni.
    Non ho visto la mostra Pollock-Michelangelo essendomi parsa già a priori una puttanata oltre misura. Con sincero dispiacere per l'ottimo Risaliti, che sarà anche scorbutico e bizzoso, ma anche sicuramente competente. Soprattutto tiene famiglia, piccole bocche da sfamare che lo obbligano al duro lavoro e anche ad accettare le suddette puttanate.
    Dicevo comunque: non ho visitato la mostra, ma ho visto dalla Lilly Gruber la celeste Francesca Campana Comparini, sedicente filosofa nonché, come giustamente ricordi, consorte di un potente tra i potenti, culo e camicia con Renzi and so on.
    E dunque, facendo la somma della tua recensione con la mia opinione della mostra, più le temerarie dichiarazioni in tv dell’avventurosa signora Carrai, più il gran can can del suo regale matrimonio (quello di Charles e Diana fu al confronto una cerimonia tra pochi intimi), più infine la lettura del sito del Festival delle Religioni, ne è risultato un menù tra i più indigesti del terzo millennio. Qualcosa di simile si ebbe forse anni fa per le nozze Ciano-Mussolini.
    Già l'idea di chiamarlo Festival delle Religioni mi è parsa d’acchitto demenziale. Festival???? Come Sanremo, quelli del gelato e del whisky? Tutto un pateracchio per mettere insieme un po' di preti di credi diversi, dimenticando che le religioni fingono oggi di dialogare, mentre volentieri continuerebbero a trucidarsi a vicenda come hanno fatto da sempre e come peraltro fanno tuttora con sommo godimento a due passi da qui. Festival? Che ci sarà mai da festeggiare?
    Senza contare che la descrizione dell'evento e le riflessioni da cui sgorga invitano alla risata più sguaiata. Si leggono talmente tante perle in quel sito che isolarne qualcuna è praticamente impossibile. Banalità su banalità, ingenuità su ingenuità, presunzione su presunzione, il tutto condito di arroganza e sfacciataggine senza pari.
    Quanto all'italiano te lo raccomando: più rozzo di così assolutamente non si può- E' al limite dell'analfabetismo di ritorno, ammesso che ci sia mai stata un'andata. A 22 anni, rivela tra l'altro l'ormai anziana 28enne, ha addirittura scritto il suo primo articolo per la Nazione (spintonata da chi?) per denunciare il decadimento urbano e sociale di Firenze e sollecitare lo spirito civico dei fiorentini. Esticazzi! Mecojoni! Difatti la città è subito insorta come un sol uomo e, grazie alla ragazza, vive adesso un secondo eroico Risorgimento, una seconda feconda Rinascenza.
    Seconda, guarda un po', come le edizioni del Festival delle Religioni che certo vedrà il vescovo Betori in prima linea col suo nasone alla Totò e la sua corte di ciellini tuttofare, di opus dei e di grembiulini massonici più o meno locali, sempre lesti a brigare da sinistra a destra, tra ostie consacrate e ombre indiavolate.
    Va insomma letto questo sito festivalier / religioso. Si resta sgomenti per i contenuti e si può perfino svenire per la puzza di regime che da quelle righe soffia forte e chiara anche contro vento.
    Forse, però, è come sparare sulla Croce Rossa, la ragazza è giovane e ahilei knaive, oltre che proterva. Che il suo dio la perdoni e comunque prima o poi metterà giudizio e forse addirittura arrossirà per le scemeze che sta partorendo.
    A noi, intanto, basterebbe sapere quanto tutto ciò ci costa. E chi paga. Col sospetto, anzi, la quasi certezza, che a pagare, purtroppo, saremo noi.
    Ad majora, caro Gianni. Tuo
    Riccardone one one.

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