14/04/14

IL MEMENTO MORI DI GRASSINO di Nicola Nuti

Non conoscevo Paolo Grassino, che espone da sabato 12 aprile al nuovo spazio della galleria Eduardo Secci aperta per l'occasione in via Maggio, ma non mi ha sorpreso tanto l'enorme teschio nero fatto di forassite che occupava la main view dell'intero spazio espositivo, quanto l'assalto di ie...ne in fusione d'alluminio che mi attendeva al piano inferiore.  
Gli inquietanti occhi neri delle bestie dicevano che erano pronte all'attacco, ma, sorpresa, girando intorno al branco, ti sentivi al sicuro, eri uno di loro, protetto e anche tu pronto all'attacco.
Quando un'opera d'arte è azzeccata riesce sempre a comunicarti più messaggi, perfino contrastanti tra loro. Anche per questa sua capacità metamorfica e polisemantica, amo l'arte. Ma torniamo alle opere di Grassino: la loro particolarità è che sembrano scaturire direttamente da un disegno, anzi, da uno di quei fumetti dark degli anni passati. Anche il teschione di tubi di plastica sembra realizzato con un segno a matita che poi, ghirigoro, dopo ghirigoro, si è materializzato in tre dimensioni. Vogliamo esagerare, giusto per leziosità? Ecco, mi ricordava certi ritratti disegnati da Giacometti.
Non conoscevo Grassino, ma mi sono convinto che è un artista da seguire, per il suo interesse spregiudicato verso le evidenze organiche della nostra esistenza, casomai ci fossimo dimenticati d'esser fatti di carne e ossa destinate alla polvere.
Un moderno memento mori, questo di Grassino, e chi non teme la verità sulla vita farebbe bene a visitare questa mostra.
Fino al 31 maggio. Ingresso libero.
Curatore: Marco Meneguzzo.

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