Ha detto che la "Firenzina" nostalgica e reazionaria non esiste più e che le discussioni che genera la presenza delle sculture di Fabre in Piazza Signoria, la prossima mostra a settembre di Ai Wei Wei a Palazzo Strozzi, come del resto la stessa Fabbrica Europa, giunta ormai alla XXIII edizione, confermano l'amore fra la città e il contemporaneo. Chi l'ha detto? Ma il Sindaco Nardella, per dio! In occasione della conferenza stampa di presentazione di Fabbrica, in programma dal 5 maggio al 18 giugno alla Stazione Leopolda ed in altri spazi.
Ha anche confermato il progetto di acquisto da parte del Comune di questo straordinario luogo che sarà per Fabbrica Europa qualcosa di più del solo "palcoscenico" per il suo appuntamento annuale.
"Danza, musica, teatro, multimedia" recita il sottotitolo della manifestazione che, quest'anno, oltre che all'insegna della multidisciplinarietà sarà, come ha spiegato Maurizia Settembri, "all'insegna della multiautorialità", ovvero della collaborazione fra autori diversi.
Gamelan è un progetto ideato da Michele Di Stefano, Fabrizio Favale e Cristina Rizzo per l'occasione. Un nutrito numero di coreografi/danzatori è invitato a costruire una danza che sia una successione condivisa di corpi su un suono semplice e preesistente (Stazione Leopolda, 6/5).
Cristina Caprioli, da anni attiva sulla scena scandinava, sviluppando il concetto di coreografia espansa propone un laboratorio che, indagando testo, gesto, narrativa, corpo, traduzione, sfocia nell’installazione Notes on a pebble. Incorniciata dalla proiezione del film Yellow Labor, questa
opera installativo-performativa vede i partecipanti al workshop e il pubblico coinvolto scrivere sui sassi la coreografia (testo/libro/romanzo) investigata durante il laboratorio. Una parola per sasso, un sassolino dopo l’altro, il romanzo si trasferisce sul pavimento della Leopolda e, connotando lo spazio di senso e significato, crea un’immagine di grande impatto (Stazione Leopolda, 5-15/5).
Spettacolo tutto al femminile è We Women della coreografa catalana Sol Picó, coprodotto dal Festival Grec 2015 di Barcelona e dal Festival Internazionale di Buenos Aires. In scena, oltre alla stessa Picó, Julie Dossavi (Benin), Minako Seki (Giappone), Shantala Shivalingappa (India) e le musiciste Adele Mandau (Italia), Lina León e Marta Robles (Spagna). Sette donne - provenienti da territori artistici e geografici tra loro lontani - convivono, trasformando il proprio piccolo mondo in un mondo universale. Danzano, cantano, suonano. E parlando, alternano e accumulano lingue diverse costruendo i tempi e i modi di una vita in comune (Stazione Leopolda, 5/5).
In prima nazionale una creazione collettiva, tutta al maschile, in cui quattro coreografi si ritrovano per mangiare insieme. Vengono da esperienze, culture, paesi diversi (Libano, Togo, Giappone, Belgio) e li unisce il loro lavoro. Danzano, bevono, ridono, mangiano. La semplicità dell’incontro è punto di partenza per una performance dalla struttura coreografica e concettuale più complessa. In Beytna (invito a casa in libanese) il ritrovarsi insieme a tavola evidenzia il bagaglio culturale di ognuno e apre una riflessione su cos’è la danza oggi e su quanto le forme contemporanee siano legate a quelle tradizionali. Il tema del cibo è centrale, ma l’obiettivo è giocare sulle diversità tra i commensali, Omar Rajeh, Anani Sanouvi, Hiroaki Umeda, Koen Augustijnen e gli straordinari
musicisti palestinesi de Le Trio Joubran (Stazione Leopolda, 13-14/5).
MDLSX di Motus è ordigno sonoro, inno alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria. Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie – tutte, anche artistiche –
che MDLSX tende. È uno “scandaloso” viaggio teatrale di Silvia Calderoni che – dopo 10 anni con Motus – si avventura in questo esperimento dall’apparente formato del Dj/Vj Set, per dare inizio a un’esplorazione sui confini e sul loro superamento (Stazione Leopolda, 8/5).
Piattaforma di connessioni anche per DAN+Z, un trittico di musica e danza che vede coinvolti Gianluca Petrella + Luisa Cortesi; Dan Kinzelman + Daniele Ninarello; Simone Graziano + Vittoria De Ferrari Sapetto. Moduli autonomi, collegati in un’unica serata, che danno forma a una varietà di stili coreografici e sonori che tra loro si richiamano, cercandosi e respingendosi. Non è improvvisazione, ogni incontro nasce da residenze creative, ma la duttilità del gesto sonoro nel jazz crea aperture anche sui movimenti, in una serie di dialoghi ogni volta nuovi per la loro unicità. I danzatori hanno linguaggi contemporanei molto personali; così i musicisti che, avendo già collaborato, possono prevedere alcuni intrecci all’interno del percorso performativo live che sfocia in un organismo unico. Il giornalista Alceste Ayroldi introduce l’evento (Stazione Leopolda, 11/5).
E ancora Max Casacci (Subsonica) e Daniele Mana (Vaghe Stelle): Glasstress meets Pulse!, Lucrecia Dalt, e tanto, davvero tanto altro.
Mi piace segnalare Sea Songs, produzione firmata Fabbrica Europa, vede protagonista una delle più raffinate voci della canzone italiana, Cristina Donà, per un omaggio ai suoi grandi autori del cuore: Robert Wyatt, Nick Drake, Nick Cave, Radiohead, Paolo Conte, Lucio Dalla e molti altri. Un “canzoniere dell’acqua” che prende vita dai suoi brani più celebri, tra cui ovviamente Goccia (Stazione Leopolda, 12/5).
I LUOGHI DEL FESTIVAL
STAZIONE LEOPOLDA, viale Fratelli Rosselli 5, Firenze
TEATRO DELLA PERGOLA, via della Pergola 12/32, Firenze
LE MURATE, piazza delle Murate, Firenze
ISTITUTO FRANCESE, piazza Ognissanti 2, Firenze
LIMONAIA DI VILLA STROZZI, via Pisana 77, Firenze
TEATRO STUDIO MILA PIERALLI, via Donizetti 58, Scandicci (FI)
TEATRO DELLA LIMONAIA, via Gramsci 426, Sesto Fiorentino (FI)
I MACELLI, piazza Macelli, Certaldo (FI)
www.fabbricaeuropa.net
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