A me mi garba la donna, la taverna e il dado. Anche ora, che son morto da settecento anni. Sennò non facevo il poeta. Mi dissero irriverente, dissacrante e antistilnovista.
Diobono…quei
pallosi del dolce stil novo. Col Dante si fece amicizia. Poi si ruppe. Ma come
si fa, io dico (e ancora mi ci sbattezzo), a scrivere e cantare di donna
angelicata, Beatrice e il Paradiso, bellezza interiore e sogni di sublimazione.
Ma allora ‘un s’è capito nulla!
E quindi lo ripeto, o posteri bischeracci!: s’i’ fosse
foco arderei’ il ondo / s’i’ fosse vento lo tempestarei / s’i’ fosse acqua i’
l’annegherei… / s’i’ fosse ‘mperator sa’ che farei? A tutti mozzerei lo capo a
tondo. Ma soprattutto si fosse Cecco com'i' sono e fui / torrei le donne
giovani e leggiadre / le zoppe e vecchie lasserei altrui.
E seunn’è politicali corretto, pazienza. E son Cecco io!
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