05/05/16

VELOCE COME IL VENTO di Gianni Caverni

“Se hai tutto sotto controllo, significa che non stai andando abbastanza veloce”: ancora non è nemmeno cominciato il film eppure in questa citazione di Mario Andretti che appare a schermo ancora nero c'è tutta la storia che seguirà.

Credo di trovare tutti concordi nel dire che la sua migliore interpretazione era stata "du gust is meglio che uan" per il Maxibon. E invece eccolo qui lo Stefano Accorsi che non ti aspetti! 


Dismessi i mucciniani panni da bamboccione superbelloccio (sarà l'invidia per la Castà a rendermi così severo?) Stefano sfoggia con grande personalità quelli, sudici, di Loris, ex gloria locale dell'automobilismo emiliano-romagnolo, pessimo elemento, tossicodipendente, violento e abbondantemente stronzo. 


E ingombrante fratello di Giulia (la bella e brava Matilda De Angelis, cantante che interpreta con molta grinta "Seventeens" sui titoli di coda del film). 


Giulia è, e si sente pienamente, responsabile del fratellino piccolo e della casa nella quale Loris irrompe, con Annarella (Roberta Mattei), la fidanzata anche lei stratossica, scaricando lì tutto il suo disordine mentale e morale. Ma anche tutta la sua esperienza di pilota straordinario e straordinariamente capace di insegnare ad esserlo altrettanto.


Film bellissimo, assolutamente da non perdere, rumoroso (lo deve essere), sporco, dal ritmo incalzante e dalle riprese da brivido, è il terzo diretto da un Matteo Rovere decisamente ispirato che è tornato così alla sua terra intrisa di velocità. 

E poi c'è l'Italian Race che irrompe a rotta di collo in una Matera deserta. E' la corsa illegale che è l'occasione di riscatto della casa perduta e da una vita di merda per Loris che finirà sì al cimitero, ma ...

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