08/02/16

"UN ATTIMO PRIMA" DI EUGENIO QUATTRINI AL RISTORANTE INDIA DI FIESOLE

Da oggi, lunedì 8 febbraio, fino a domenica 14 (chiuso il martedì) le fotografie di Eugenio Quattrini per la terza mostra dei partecipanti alla terza edizione del concorso fotografico "MI ESPONGO" indetto dal ristorante India di Fiesole (via Gramsci 43,) che ha individuato il tema "UN ATTIMO PRIMA".
Oggi, per l'inaugurazione è previsto un buffet con prodotti indiani dalle 19.
Alcune immagini e la presentazione della mostra.



Gli attimi prima di Eugenio Quattrini hanno spesso a che fare con l'acqua, elemento instabile per eccellenza. L'acqua di una pozzanghera o quella della palude.
O del mare.
A più riprese ha cercato quell'attimo perfetto in cui l'onda si frange: un attimo prima di quel momento niente è ancora successo, un attimo dopo è già successo tutto.



Proprio quell'attimo lì è necessario eppure anche quasi introvabile, meglio quasi irriconoscibile, come il bandolo di ogni matassa, come l'attimo invisibile (anche a vederci benissimo) che cambia per sempre la vita.
Di tutti.
L'attimo di quell'uomo solitario e forse desolato all'imbocco deserto del porto che come tutti i porti (e le porte) è carcere e fuga, salvezza e perdizione, partenza ed arrivo, con tutti i necessari viceversa.

Gli uccelli che si specchiano in un'acqua in questo caso immobile sono un falso obiettivo (si parla di foto d'altronde): si vedono subito, saltano agli occhi, ma proprio un attimo dopo vediamo quelle misteriose, forse minacciose presenze scure, acquattate fra gli alti fili d'erba. 

Chi sono? Indiani armati fino ai denti che vogliono il nostro scalpo? Spie? Cadaveri? Incubi più probabilmente, o sensi di colpa?
Forse quell'uomo che si aggira per il porto è lo stesso che ha tracciato quel disperato “TI AMO” sul muro superscritto; disperato perché ingenuamente proteso a cercare di profumare di eterno. Quella scritta, come tutte le altre intrecciate in oscuri ghirigori, sbiadiranno, evaporeranno come è destinato a sbiadire, a evaporare, quell'amore.

E sotto tanta presunzione (chi scrive sui muri si crede di poter fregare il tempo e non a caso sono quasi sempre gli uomini, i maschi, che scrivono sui muri) passa al guinzaglio un cane che annusa e chissà che sente che noi di annusaggio si sa poco o nulla.
L'amore e le scritte, l'ho già detto, evaporeranno proprio come evapora quell'acqua bollente dentro la pentola che smette in quell'istante esatto di essere acqua per prendere il volo in forma di fumo (che appanna la vista e gli occhiali).

Più mutevole dell'acqua, che sappia io, c'è solo il tempo che non fai in tempo (appunto) a dire qualcosa che è già passato ed è un altro tempo che scivola via feroce.

Ci fa sopportare e credere di controllare il tempo ogni tipo di orologio e di calendario, quindi ogni compleanno che ci trova impotenti eppure soddisfatti di esserci ancora, come spero soddisfatta sia stata quella bella nonna davanti alla torta, alle candeline e ai nipoti.

Gianni Caverni

direttore artistico di “Mi espongo”

1 commento:

  1. vi penso dalle Colline Metallifere (lontano da mare onde e cavalloni). Qui fumi vento e vapori...

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