23/02/16

PRENDERE DUE PICCIONI con Aroldo Marinai

Consigli e sconsigli di lettura per signore e signorine

Uno – Ci sono diversi elementi, in questo libretto, che avrei considerato duri e giusti: per esempio vecchiaia, malattia ed emarginazione ambientate in un microcosmo paesano (toscano, oltretutto, quindi carogna) condite con la salsa piccante dell’incesto. 
Capirete che ho attaccato con entusiasmo la lettura delle pagine che raccontano vicende terminali dell’anziana Gina (detta Ruggine per via del suo affezionato gatto, Ferro). 
Sono però inciampato presto nelle vistose incongruenze della trama. Alla fine ho pensato che la scrittrice non può avere più di 17-18 anni a giudicare da tutte le ingenuità e le 
approssimazioni (io che anziano lo sono davvero e davvero vivo in un borgo toscano), e quindi mi sento disposto a concederle amnistia - unicamente in considerazione della verde età - per la faccia tosta di proporre eventi assurdi e improbabili e raccontarceli con una scrittura sbrigativa che sembra un riassuntino. 
Ma poi, come accettare svarioni da matita rossa o blu: il gatto che aveva “l’incombenza di perpetrare la specie” anziché perpetuare, un vecchio che aveva il “fiato purulento” (?), lei che vuol “comprare l’appartamento al Sestini” anziché dal Sestini, la “bara portata sul vicolo” anziché nel, le “opere omnia”… (Studiate ragazzi, studiate).
Però è anche vero che scrive “ci ha” “ci aveva” invece di “c’ha, c’aveva”. Questo va a suo merito. 
Dunque alla fine: la vogliamo perdonare? Perdonatela voi. Io no.

Anna Luisa Pignatelli, RUGGINE, Fazi Editore, pagine 152, Euro 16

Due – Quante delle mie affezionate lettrici amano il fascino delle foreste infinite, il profumo delle stufe a legna, le grandi solitudini riflessive, i silenzi della neve e il respiro del vento 
troveranno in questo romanzo pane e companatico. 
Sa di cuoio, pesticciare di foglie cadute, chiacchiericcio di ruscelli e cinguettare di beccofrusoni: si svolge in Canada, British Columbia, selvaggio nord.
Due ragazzine presto orfane del padre (tagliaboschi) sono lasciate in affido presso un’amica dall’amata madre che dovrebbe tornare a prenderle, e invece scompare. 
Nella seconda parte le vicende della ricerca della madre e delle risposte ai tanti perché, vero rito di passaggio per le nostre eroine, muovono la narrazione. Ci saranno sorprese e spiegazioni.
La scrittura è piana ma ricca, lenta e confidenziale, di grande pathos, bellissima. (Come avrà fatto la brava traduttrice a districarsi nel vorticare di nomi di fiori e piante mai sentiti ...)

Frances Greenslade, IL NOSTRO RIPARO, Keller editore, pagine 358, Euro 17,50

Nessun commento:

Posta un commento