14/12/13

LOLLI GHETTI RISPONDE A MARA AMOREVOLI SU GLI UFFIZI A COLORI

Cara Mara,
grazie per l'articolo , per le citazioni e per l'attenzione
approfondita.
Non è però esatto dire che Vasari non aveva previsto i colori per le
sale, perché all'epoca sua le pareti delle sale destinate
all'esposizione di opere d'arte, come i corridoi o la tribuna o le
salette laterali, erano ricoperte da parati e stoffe sontuose, molto
colorate ovviamente, che dai documenti sappiamo essere state cremisi e
oro, o rosso e giallo più banalmente.
Ovvio che le sale destinate ai laboratori granducali fossero
probabilmente più spoglie, ma non avrei dubbi nell'asserire che il
famoso tonachino bianco toscano è solo una preparazione per altre
finiture, non destinato in caso di ambienti aperti ai visitatori ad
essere visibile.
Ma questa è questione che molto ferisce la sensibilità fiorentina.
Peccato che, come tu dici, non ci sia stato confronto internazionale,
ma non c'erano soldi e questo era solo un primo assaggio. Chissà se
qualcuno raccoglierà la sfida...
Mario Lolli Ghetti, ex soprintendente fiorentino ed ex dirigente
ministero Beni culturali

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