Vorrei scrivere un messaggio rivolto
soprattutto a quegli estremisti cattolici che si sentono tanto
minacciati dal cosiddetto “gender” e dall'apertura verso nuove
tipologie di famiglia, nonché al riconoscimento di altre “varianti”
comportamentali e di pensiero che non si rifanno alla loro limitata
idea di “stile di vita”.
Anzitutto, questo tanto decantato
“annullamento” delle barriere tra maschio e femmina. Forse molti
se ne stupiranno, ma nessuno tiene di più alla linea binaria
“maschio/femmina” quanto noi del popolo lgbt, almeno per come la
vedo io e molti altri che conosco: dubito che un gay vorrebbe
eliminare la maschilità, dato che i propri sogni erotici più forti
si basano proprio sul testosterone, aldilà anche del proprio aspetto
personale o modo di porsi al mondo.
Come pure dubito che alle
lesbiche facciano schifo le tette, e che il femminismo miri anche ad
annullare sé stesso. Alcuni trans poi, fanno una fatica immane nel
volersi trasformare nel genere opposto, talvolta anche con risultati
estetici piuttosto estremizzati, rappresentando essi stessi, per
paradosso, proprio la massima differenziazione tra i sessi, cercando
di ridurre il più possibile ogni tipo di “ambiguità”. Alcuni di
loro, (ribadisco, alcuni) proprio per un raggiungimento del genere
voluto cercano di evidenziare anche gli stereotipi più arcaici e
paradossalmente “sessisti” (trucco fortissimo, tacchi, silicone
estremo e bamboleggiamenti tipici vamp nei MTF; ipermachismo alfa e
battagliero fortemente caratterizzato invece per i FTM).
E anche le
infinite sfumature nei transgender (chi non si riconosce nei cliché attribuiti a un genere, pur non desiderando cambiare sesso
chirurgicamente), si basano semplicemente sulle differenti “dosi”
tra queste due polarità sessuali, scardinando in superficie il loro
apparire estetico tradizionale e comportamentale, ma senza negare né
l'uno né l'altro. E comunque è raro il bilanciamento perfetto, c'è
sempre una pendenza o appunto uno “sbilanciamento” da una parte,
proprio per il fatto che l'androgino assoluto è la negazione stessa
del desiderio. Se fossimo tutti ugualmente “bilanciati”,
sparirebbe l'interesse nel rapportarsi con gli altri, saremmo tutti
autosufficienti. Non saremmo attratti né dall'etero (che non
esisterebbe più), ma nemmeno dall'omo, dato che in mancanza di un
genere da opporre all'altro, sparirebbe ogni conflitto erotico
“positivo”. In soldoni, senza la donna non esisterebbe il gay.
Senza l'uomo non esisterebbe la lesbica, senza i generi non
esisterebbero (qui, ovviamente) né transgender o trans.
Dubito quindi che un futuro mondo di
umanoidi asessuati, piallati, mollicci, grigi e tutti uguali che si
riproducono con macchinari (e magari si danno una specie di piacere
con qualche elettrodo senza alzarsi dal divano), possa davvero essere
auspicabile per il mondo lgbt. Forse ancora meno che negli
sposatissimi “ sesso solo per procreazione”, che nel loro calcolo
rigidissimo invece, già sembrano un po' anticipare orridi orizzonti
futuri fatti di incubatrici esterne e umanoidi raggelati.
L'unica cosa da abbattere sono certe
rigide barriere che definiscono i due sessi, non la loro esistenza.
È
sicuramente giusto, soprattutto da piccoli, non schematizzare troppo
certi ruoli o cliché, e assecondare le esigenze di gioco di ogni
bambino, per evitare stereotipi che ti guidino a future
discriminazioni. E non c'è nulla di così rivoluzionario in questo,
dato che il non imporre, implica una libertà di base che oggi
dovrebbe essere data per scontata. E ai “generi” non accadrà
comunque nulla di così pauroso, se a un bambino non piaceranno le
pistole, anzi. Crescerà indirizzando le proprie energie in
qualcos'altro, magari decisamente migliore. In realtà, lasciandoli
liberi, i due generi si possono tingere di molti colori, soprattutto
in campo psicologico, di sensibilità e manifestazione del sé.
Ma
nessuno di noi vuole che si annullino: negarli completamente sarebbe
solo la morte dell'attrazione e del lato più dinamico del vivere. E
questo alla fin fine, è quello che fanno (o provano a fare) i preti,
i santi e le suore, non certo i gay, diciamolo.
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