“A-prospettico”, insistono in questa definizione Marchelle
Deranleau, Stuart Gibson e Stanley Hasting, rispettivamente curatrice, executiv
director Da Plastique e managing director Da Plastique, in occasione della
presentazione di “L'ascesa di Orfeo”, la mostra che raccoglie nella due sale
,dedicate alle esposizioni temporanee, del cortile del Museo Nazionale del
Bargello, a Firenze, 12 grandi opere di Adi Da Samraj (1939 – 2008).
E
sottolineano la gioia di poter presentare per la seconda volta il lavoro di
questo straordinario artista/guru a Firenze, culla del rinascimento e della
prospettiva e “patria” di Leon Battista Alberti, teorico dell’architettura e
studioso della prospettiva.
“Adi Da Samraj ha creato in oltre quaranta anni, un corpo
artistico composto da opere visive, letterarie e performanti con un solo
intento: quello di produrre opere d’arte che conducessero chi le segue al di là
del proprio senso di separazione egotistica e lo riportassero al senso della
implicita unità esistenziale”, si legge nella brochure che accompagna la mostra:
sull’egotismo mi sento del tutto impreparato ma soprattutto per niente
interessato e quindi glisso.
E’ comunque certo che i grandi pannelli di alluminio
“dipinto” esposti al Bargello che “raccontano” in maniera astratta la nuova
versione del mito di Orfeo ed Euridice sono estremamente accattivanti grazie
alla commistione fra linee geometriche e linee libere e curve, alla limpidezza
delle superfici colorate solo con i colori primari (giallo, rosso, blu), il
bianco, tanto, che nella simbologia dell’artista rappresenta la luce e l’alto,
e il nero, il buio e il basso.
Se la a-prospettiva è la completa mancanza di profondità
delle immagini è una definizione ineccepibile e fra la simbologia geometrica e
coloristica (“i due cerchi sono la bicicletta, il rosso e il giallo sono
l’umano e quindi la sofferenza, ma anche Euridice, il blu è Orfeo”) scorre un
universo visivo molto affascinante.
Se poi si aggiunge un tocco di Pop Art che sembra venire a
galla prepotentemente guardando le immagini l’effetto in fondo rassicurante
della conclusione positiva che Adi propone al mito di Orfeo è completo.
Le opere sono sempre ideate in piccolo e realizzate in
stampa serigrafica su alluminio e in copia unica.
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