05/03/14

ROSSO E PONTORMO, QUALCHE DOMANDA di Stilicone

Con la cultura non ci si mangia? Non solo ci si mangia, ma ci si rifà il guardaroba e forse si cambia anche la macchina. L’8 marzo sarà ricordato non solo per l’edizione 2014 della Festa della donna, ma anche per l’apertura a Palazzo Strozzi (spazio mostre gestito da una fondazione a capitale pubblico e privato, ma dove lo Stato è assente) della mostra dedicata a Pontormo e Rosso Fiorentino, due straordinari pittori manieristi. La mostra è un evento ed è il risultato del lavoro di due curatori: Carlo Falciani ma soprattutto Antonio Natali. Ai più passerà inosservato un paricolare: Natali è il Direttore della Galleria degli Uffizi, primo museo d’Italia e punta di diamante del Polo Museale Fiorentino. Quest’ultimo sin dal 1998 ha stretto un rapporto di concessione di taluni servizi a un pool di aziende che hanno formato un’associazione temporanea di imprese, la cui esistenza è legata proprio ai margini che si ricavano dalle mostre.
 
Parte da questi assunti una raffica di domande che sicuramente resteranno senza risposta, ma che è inevitabile che ogni persona di buon senso si ponga.
Perché il Soprintendente del Polo Museale Fiorentino (quindi capo di tutti i musei statali di Firenze) ammette che il Direttore degli Uffizi curi una mostra in spazi non statali?
Perché il concessionario deve subire una simile iniziativa che causa solo danni?
 
Perché il Direttore degli Uffizi, che ha sempre criticato le mostre che gli svuotavano il museo, stavolta è lui stesso a decidere di staccare dei capolavori assoluti (come la Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto, Mosè difende le figlie di Jetro di Rosso Fiorentino e il Ritratto di Cosimo il Vecchio di Pontormo) per esporli a Palazzo Strozzi?
 
Come si può ammettere che Natali, il Direttore degli Uffizi, sia allo stesso tempo richiedente e concedente di un prestito?
La mostra è un evento, indubbiamente, ma la sede naturale di una simile esposizione non poteva che essere la Galleria degli Uffizi. Chissà quali potentati e interessi hanno spinto in un’altra (sbagliata) direzione questa straordinaria esposizione.

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