E'
il nome del fotografo che espone al ristorante India di Fiesole dal
22 al 28 febbraio nell'ambito della terza edizione di “Mi espongo”
che quest'anno ha come titolo unificante di tutti i lavori “Un
attimo prima”.
Eppure
è anche un saluto e mi piace leggerlo così: “Che tu sia benvenuto
Umberto Saba!”, uno del maggiori poeti italiani del secolo scorso.
Il
poeta ha le sue giornate
contate,
come
tutti gli uomini; ma quanto,
quanto
variate!
….
Il
poeta ha le sue giornate
contate,
come
tutti gli uomini;ma quanto,
quanto
beate!
Proprio
così inizia e finisce Poeta
del Saba triestino. Che in realtà si chiamava Poli.
Il nostro Saba si chiama davvero così ed è nato in Sardegna.
Il nostro Saba si chiama davvero così ed è nato in Sardegna.
Ma
siccome ormai, senza ombra di dubbio, la fotografia è un'altra forma
di poesia non è ardito “giocare” con questa omonimia e guardando
le immagini che Benvenuto ha scelto di esporre non poter che essere
completamente d'accordo che anche le sue giornate siano variate
e
beate.
Diversi
anni separano fra loro le foto eppure si coglie intatta la stessa
curiosità ed attenzione sia che ci parlino della Sardegna, della
fett'unta toscana, del brulicare di vita intorno alla scultura in
marmo esposta, anni fa, sotto Palazzo Vecchio.
Meno
leggibile forse rispetto al lavoro di altri fotografi è il tema di
“un attimo prima” anche se per esempio la bambina immobile seduta
sul marmo in piazza Signoria contrasta con molte delle persone che
intorno a lei sono “mosse”.
E'
personalmente la rana, essiccata, mummificata, rimasta schiacciata
dallo spostamento di una lastra di marmo, l'immagine che mi colpisce
più: direttamente e immediatamente mi ricorda forse il più famoso
“un attimo prima” della storia, quello dedicato a Jacques
II de Chabannes, signore di La
Palice: « Ahimè,
La Palice è morto,
è
morto davanti a Pavia;
ahimè,
se non fosse morto
sarebbe
ancora in vita. ».
Gianni
Caverni
direttore
artistico di “Mi Espongo”
bravo direttore
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