Nella
Pittsburgh Anni 80, Jake (Russell Crowe) scrittore di successo si
trova dopo la morte della moglie, avvenuta in tragiche circostanze,
ad affrontare il difficile compito di crescere da solo l'adorata
figlia Katie (Amanda Seyfried).
Il
loro quotidiano verrà da lì a poco ulteriormente sconvolto
dall'insorgere in Jake di una debilitante patologia psichiatrica che
lo porta a non esser più in grado di occuparsi in modo autonomo
della figlia.
Il
film si snoda su due livelli che scorrono alternandosi nel descrivere
la vita di Katie da piccola legatissima e innamorata del padre , che
fa di tutto per starle accanto e Katie adulta che fatica a trovare un
equilibrio emotivo e sentimentale, legata ad una figura paterna la
cui assenza incolmabile, determina l'innescarsi di paure che sfociano
nell'autolesionismo dell'anima.
Bella
la trama, straordinario Russell Crowe, che dimostra ancora una volta
una maturità artistica assoluta, commovente e trascinante.
Sviluppato
in maniera banale il rapporto padre figlia, l'abuso di scene dove il
legame tra i due viene sottolineato con cliché un po' stucchevoli
rende a tratti noioso lo svolgere del film che diventa incoerente con
la drammaticità che emerge in modo coinvolgente dal protagonista.
Alcuni
concetti meno palesati, ma fatti sapientemente intravedere allo
spettatore avrebbero reso il film equilibrato e all'altezza
dell'interpretazione di Crowe.
Nessun commento:
Posta un commento