26/03/15

BOSCO CEDUO di Miss Holmes


Alzi la mano chi non si è mai interrogata sulle alternative, almeno per un minuto in vita sua: meglio un elegante retroboschetto a svelare un umido ninfeo segreto o superfici lisce pronte a guidare senza esitazioni verso il centro del piacere?
Mie amate signore, miei gentili signori oggi affronteremo l’annosa questione della peluria inguinale, che però a voler essere pragmatiche si può rapidamente tradurre in un sintetico: ceretta brasiliana sì o no?
La questione è tale che mi pare necessario procedere per gradi e con prudenza.
Premesso che le foreste abbandonate all’incuria non mi sono mai piaciute, da parte mia credo che molto dipenda dai gusti personali, propri o del partner, se si tiene particolarmente ad assecondarlo in virtù di una sua godibilissima propensione al sesso orale. A volte intervengono fattori igienici o medici, ma è un’altra storia.
Detto questo, la versione nature ma disciplinata con brevi e precise incursioni di cera (o rasoio, fate voi) per evitare antiestetiche fuoriuscite di peli dai bordi del slip (orrore e perdizione al cubo) è ancora una soluzione gettonata. Un monte di venere ben ricoperto e altrettanto ben curato ha molti estimatori, nonostante le mode di oltreoceano: sono tante ancora le donne che rifiutano la depilazione totale, anche perché la trovano troppo legata ad alcuni stereotipi, alle immagini veicolate dai film porno o ad una infantilizzazione del sesso femminile che le disturba.
Gustave Courbet - L'origine del mondo - 1866 - Museo d'Orsay - Parigi
E sono tanti gli uomini che preferiscono il boschetto di cui dicevamo prima, animati da quello che io chiamo “lo spirito dell’esploratore”: sono costoro quelli che, quando si dedicano con passione al cunnilingus, preferiscono arrivare per gradi alla scoperta del ninfeo, dopo essersi districati come il principe alla ricerca del castello incantato o Indiana Jones in una delle sue avventure. Se poi siano in grado di risvegliare la principessa o di ritrovare il prezioso tesoro è tutto da vedere, ma per l’impegno tanto vale lasciarli provare. Di certo nel frattempo la signora oggetto di tante attenzioni può tranquillamente rilassarsi.
Poi c’è la versione tutto liscio: le appassionate, stoiche addicted dello strappo totale, non vogliono impedimenti che possano distrarre o causare problemi all’orientamento in un contesto, diciamo così, tanto delicato. Vero è che in questo modo si rischia di perdere il significato di antichi proverbi, ma la ceretta brasiliana ha indubitabili vantaggi. A livello pratico, basta pensare che non si deve ricorrere a virtuose e millimetriche spuntatine: fa male, sì, ma si tira tutto via e stop, per un paio di settimane non se ne parla più. Poi, tutta questa assenza di ostacoli facilita anche l’amante più inesperto, migliorando il senso della rotta da tenere nei volenterosi magari ancora alle prime armi. Ci sono però anche i navigati, quelli che io chiamo i “contemplativi”, che si beano dell’osservazione del sesso della propria compagna e amano perdersi nei dettagli, nelle curve, nelle pieghe, per conoscerla, amarla e eccitarsi senza niente che ne celi i segreti alla vista. Privarli della loro gioia mi pare crudele, dato che è possibile accontentarli con una spesa minima e un piccolo sacrificio.
Insomma, ci si può sbizzarrire, ci si può divertire, senza pregiudizi e anche senza lasciarsi convincere a fare cose che non si voglion fare, semmai.
Strappare, far ricrescere, c’è chi addirittura scorcia e depila per formare leziosi disegnini. Ecco, a dir la verità, questo me lo risparmierei. Perché sarò forse un po’ antica, ma per me il gusto è ancora un buon compagno dell’eros.

22/03/15

LATIN LOVER OVVERO VIVA LE DONNE di Gianni Caverni

"Saverio è frutto dell'immaginazione. Il grande cinema di quegli anni è veramente esistito" si legge contenti (noi) sullo schermo alla fine del delizioso film di Cristina Comencini. 
E nulla può l'archicantautore che si incarica all'uscita di cercare di rompermi i coglioni ragliando un "due ore di noia" e  convincendomi di come sia diventato necessario dedicare il prossimo martedì sera a fare pulizia di saputelli, uggiosi, musi di ciuco e teste di cazzo dalla lista dei miei "amici" di Face Book, e non solo di lì.
Allora, Latin lover è un film delizioso che tutti gli amanti del cinema e delle donne dovrebbero vedere. Saverio Crispi è un attore mitico, morto 10 anni prima. E' Vittorio Gassman, oltre a Brancaleone e Il sorpasso i classici del teatro, Marcello Mastroianni, con le calze della Loren in bocca,  il Gian Maria Volontè de La classe operaia va in paradiso e di Per un pugno di dollari
E tanti altri ancora. 
E il primo latin lover? Rodolfo Valentino, nato in Puglia, proprio dove la Comencini ambienta la commemorazione della morte del divo così presente nella sua assenza. Può essere un caso? No, dico io (mah!). 
Sono certo che qualcuno storcerà il naso perché in effetti il povero Francesco Scianna è stato chiamato a buttarsi in un'impresa impossibile, quella di farsi ricordare per l'interpretazione di Saverio, ma sono dell'opinione che questo volesse la regista perché salta agli occhi che Latin lover è un'ode alle adorabili "vittime" dell'amante latino, dell'uomo collezionista, vacuo e vuoto. Sono loro, le sue donne, mogli, amanti e figlie a dargli un senso ed uno spessore, a riempirlo ed animarlo, a fornirgli cuore e cervello. E fra l'altro ognuna a segnalare senza il minimo dubbio quale fosse il piatto  davvero preferito dell'indimenticabile.
A dire il vero un latin lover vero e ancora vivo nel film c'è, è il personaggio interpretato da Jordi Mollà, penoso (forse anche un filino troppo caricaturale) bellone iberico marito della figlia spagnola di Saverio (Candela Pena) e fulmineo amante della giovane figlia svedese del divo (Phila Viitala) che seduce grazie al profumo di Saverio che simbolicamente gli regala la moglie. Appunto un idiota, lui.


Un uomo decente è lo stunt man interpretato da Luìs Homar che prende la scena alla commemorazione del divo ma che infatti ... basta così, non vogliamo anticipare una delle numerosissime sorprese che si susseguono nel finale. Ma mi sa che avete già capito. 

Un uomo di grande spessore appare alla fine il montatore (Neri Marcorè) che tutto aveva sempre saputo e taciuto.

Una ancora bellissima Virna Lisi (a cui è dedicato il film) è splendida nella sua ultima interpretazione, quella della moglie italiana di Saverio.
 Marisa Paredes (con il suo "gatto morto") è la moglie spagnola, Angela Finocchiaro è la figlia (?) italiana. 
Chiude la galleria di queste donne che sanno passare dall'odio e dalla diffidenza a quella meravigliosa complicità cui sanno giungere le grandi donne che ci stanno accanto, quando bontà loro ci stanno accanto, la bravissima Valeria Bruni Tedeschi la cui bellezza e il cui fascino sfidano vittoriosamente i cinquant'anni e personalmente mi disarmano.
Non perdetevelo. Sempre che non siate archicantautori, beninteso.

19/03/15

REWIND - LE MANI DEL METEREOLOGO (2011) di Gianni Caverni

Mi piace ripubblicare alcuni dei pezzi che ho scritto nella mia rubrica settimanale "Sigarette turche" di "STAMP", fra parentesi nel titolo l'anno di pubblicazione; di tempo ne è passato, vogliate scusare se alcuni anacronismi salteranno agli occhi.





Personalmente per sapere che tempo faccia guardo fuori dalla finestra e sono del tutto convinto che il tempo di domani sarà uguale e quello di oggi, così nei secula seculorum. Magari sbaglio. Comunque capite bene da queste premesse che il mio interesse verso i molti momenti televisivi nei quali ci si occupa di meteorologia è assai scarso. Se, e per dirla con Mina “e sottolineo se”, li guardo non seguo con estrema attenzione i capricci dell’anticiclone delle Azzorre né le intenzioni di spostamento di quel preciso fronte nuvoloso. Ma, ultimamente, mi sono accorto che c’è una cosa che mi attira profondamente ed è la danza, essenziale o barocca, nella quale si impegnano le mani del metereologo, o meglio dei metereologi, maschi o femmine che siano, protagonisti indiscussi degli appositi spazi dei telegiornali. Noi che abbiamo visto come autorità indiscussa il Colonnello Edmondo Bernacca, in principio in bianco e nero nell’unico canale TV allora in funzione, ricordiamo con una certa nostalgia quella sua rassicurante calvizie, quella sua aria garbata, quella sua voce profonda con la quale, senza nessun accento romano come la sua origine poteva giustificare, ci dava conto delle alte quanto delle basse pressioni. Erano i tempi, forse un po’ sempliciotti, in cui nei picchi estivi si subiva la temperatura di 39 gradi e la cosa finiva lì: nessuno si sognava di allarmarci dicendo però che “la temperatura percepita è di 42”. C’era ancora Alberto Lupo che distribuiva caramelle, Fred Bongusto che costruiva rotonde sul mare senza pagare né ICI né IMU, e c’era ancora quel gran signore di Lelio Luttazzi che scriveva canzoni bizzarre, copriva lievemente il suo piano con una spolverata di jazz a velo e il sabato gridava “Hiiiiit Pareeeiiiid!!!”. Tornando al colonnello, i suoi gesti erano molto misurati, si schierava nella parte sinistra del teleschermo e con la mano destra fornita di penna indicava le formazioni nuvolose sulla carta geografica. Via via la vita si è congestionata e il Cynar di Calindri non era più efficace “contro il logorio della vita moderna”, le reti televisive si moltiplicavano e, pare strano, ma anche i protagonisti dell’informazione meteo tradivano una diversa visione del mondo: sulle reti Mediaset si affermano sempre di più le “meteorine”, belle figliole che davano (danno) la netta impressione di essere uscite da un casting più simile a un concorso di bellezza che a un concorso di competenza; sulle reti Rai si è resistito fino all’impossibile, fino all’addio quasi commovente di Guido Caroselli lo scorso 30 giugno (http://www.youtube.com/watch?v=JrWqmZtwhFQ). Ma già si vedeva che Mediaset docet e anche la rai si stava dotando di metereologhe, anche se più professionali e meno squinzie. Canale 5 si è a lungo fregiato della competenza di Mario Giuliacci, metereologo vero, che però in quanto a presenza scenica lasciava a desiderare immobile come spesso era, uso sarcofago egizio, sulla sinistra del teleschermo. Ma a far coniare il lemma Meteorine è stato il TG4 di Emilio Fede ed è stato un tourbillon: Anna Prete inaugura la serie delle lettrici immobili con le mani incollate sulla cartelletta, occhioni e sorrisone. Poi dalla Francesca Leto alla Gabriella Grechi il cliché non cambia, compresa Giovanna Del Giudice che spiccando il volo dal meteo si candida alle elezioni provinciali e diventa assessore alla Provincia di Napoli per il PDL. Fra i commenti, qui citabili, al video che la ritrae ancora meteorina si trova “Brava è brava, peccato che non sappia leggere”. La Rai risponde con Valentina Bisti e francamente non c’è partita perché oltre ad essere bella sa leggere e sembra addirittura competente. Ma da molti anni il re del gesto del metereologo è Paolo Sottocorona, della 7. Innanzi tutto è l’unico, di tutti quelli citati e anche degli altri, che si colloca alla destra dello schermo ed usa quindi, per disegnare i fenomeni sullo schermo retrostante, la mano destra che si muove morbida sia che segnali con un dito sia che si allarghi a mimare un movimento di cirri o nembi o che indichi le temperature nelle varie zone del paese. E’ anche colui che di mani ne usa due per unirle in morbidi movimenti rotatori che spiegano il formarsi ed il succedersi dei fenomeni. È quasi una danza quella di Sottocorona che mi ipnotizza con la sua gradevolezza. Poi per sapere che tempo che fa continuo a guardare fuori di finestra.

BENEDETTA PRIMAVERA di Miss Holmes





Lo sentite questo friccichìo, signore? 
E la luce fuori dalla finestra, dopo le sei di sera, l’avete vista? 
È la primavera che arriva, carica di profumi e tentazioni, pronta ad aprire l porta all’estate, alla pelle scoperta, alle passioni più urgenti e, ahimé sì, anche alla prova costume. Ma è ora di cambiare punto di vista, su questa spinosa questione. 


Prima di tutto, ve lo dico di cuore, è ora di imparare ad amare davvero il nostro corpo, che con tutte le sue imperfezioni, resta sempre quello strumento magico che ci ha portato dove siamo. È di sicuro bello, ma saremo in grado di rendercene conto solo se smetteremo di sezionarlo come una sventurata cavia da laboratorio. Ed è di sicuro quello che oltre a sostenerci nell’esercizio del quotidiano, ci offre i piaceri che solo la carne lasciata libera può dare. Detto questo, è indubitabile che ogni cosa si può migliorare. Per essere più in salute e anche per essere più flessibili, e non sto parlando del Jobs Act. Se avete voglia di rassodare qualche muscolo qua e là e allenarvi per nuove e più spettacolari performances, datevi alla ginnastica: a quella più semplice, piacevole e a portata di mano. 


Avete bisogno di un partner (se non lo conoscete bene non scordate le dovute precauzioni! Se non volete figli idem. Fine parentesi educativa) e di una buona dose di desiderio. Qui l’amore non c’entra, sia chiaro, ma quando c’è è inutile dire che non guasta. Per bruciare calorie abbandonandovi alla passione vi conviene essere molto attive: saltate sulla vostra giostra personale e datevi da fare. Se lui ha del talento, potete restarci sopra un bel po’ e vi garantisco che il giorno dopo riscoprirete l’esistenza di muscoli che avevate dimenticato di avere. Il saliscendi amoroso e l’ondeggiare al ritmo del piacere garantiscono gambe più belle di una sessione di step, se li praticherete con la costanza che si addice agli amanti che si piacciono e si vogliono. 


Ma la ricerca del godimento allena ogni parte del corpo, dalle mani che accarezzano al sedere che si solleva per incontrare chi gioca con noi. Di modi ce ne sono mille, e non occorre dirlo. È bello goderne e muoversi e anche stancarsi un po’. Per poi alzarsi dal letto con quella fame da adolescente che colpisce chi è sazio di sesso e di amore. È una fame lupigna e ancestrale, del tutto incompatibile con il calcolo delle calorie e con la mortificazione della dieta costante che affligge troppe di noi. È una fame che si taglia col coltello, prosecuzione naturale della famelicità mostrata a letto. 


Una fame vera che di nervoso non ha niente e che merita di essere saziata: spinge alla ricerca di cibi nutrienti e vini con carattere, che si possono ammannire in casa o procurarsi uscendo un po’ straniti, in due, per sedersi al tavolo di un ristorante. E lì seduti, con calma, recuperare energie, dall’antipasto al caffè, senza negarsi niente dei piaceri che la tavola può dare, sia quella della pizzeria preferita o di un ristorante superstellato. Senza sensi di colpa, per carità, perché il buon cibo è uno dei pilastri della felicità, insieme al sesso fatto bene. E la felicità fa diventare belle, lo sanno tutte.

11/03/15

BALOCCHI di Miss Holmes

Signore e signori, fate il vostro gioco!



Non è un invito al tavolo della roulette, né a rovinarvi con l’azzardo.
Anche se un po’ di azzardo ci può essere nello sperimentare le gioie di quelli che oggi si chiamano con piglio molto trendy “sex toys”.


Sdoganati da tempo e trasformati in oggetti di design sempre più glamour, sono ormai distanti anni luce dai falli di gomma color carne, più o meno realistici, di qualche anno fa. Sono lisci, satinati, anallergici, colorati e silenziosi.
Io ne ho uno fucsia che potrei tranquillamente esporre sulla libreria del salotto se non temessi l’ingenua efficienza della mia tata: sono sicura che non esiterebbe a pulirlo col vetril, trattandolo alla stregua di un gingillo ultramoderno.


Signore: procuratevene uno, davvero. Prendete il coraggio a quattro mani e affacciatevi in un sex shop: anche se si compra molto bene on line, per la prima volta consiglio caldamente l’esperienza dal vivo. I sex shop sono posti assai diversi tra loro: potrete incappare in campanelli e tende rosse per la privacy o in graziosi salottini tutti declinati al femminile. Superate l’imbarazzo (se andate di pomeriggio probabilmente troverete il negozio semideserto e potrete fare i vostri acquisti in pace) e gironzolate con calma: potrete chiedere aiuto, ma considerate che solitamente il personale è discreto. 



Esordire con uno stentoreo “Vorrei un vibratore” non è nel mio stile, ma non c’è niente di male. Se vi viene da sussurrare fatelo pure, ma ricordatevi anche che non dovete affatto vergognarvi del vostro shopping. Poi: se avete voglia di darmi retta, iniziate con qualcosa di davvero divertente. Provate un “coniglio”, magari con le lucette, magari glitter. 



Vi terrà compagnia nelle serate in pigiama e libro, allevierà dolori premestruali e tensioni muscolari, vibrando tranquillo e alieno da disturbanti pretese d’attenzione. Senza contare che ci guadagnerete anche in obiettività, perché via, ditemi che non vi è mai capitato di lanciarvi addosso ad un amante non proprio perfetto solo perché obnubilate, come dire, da certe necessità.


Signori: non fatevi intimidire. Il massimo dello stile lo raggiungerete se accompagnerete la vostra (o il vostro) partner ad acquistarne uno perché, ricordate, essere sicuri di sé è mooolto sexy. In ogni modo, potrete partecipare alla scelta, che è molto ampia. Assecondate la vostra compagna di letto, sia che scelga con prudenza sia che si lanci con avidità su fenomeni da baraccone. 



Non censurate, insomma, neppure temete irrealistici confronti. E soprattutto, dopo, mettete mano al portafoglio e pagate: acquisterete un milione di punti.



Un’avvertenza, per le dame e i cavalieri: giocare è divertente, ma bisogna essere tutti d’accordo. Forzare la mano è da cafone/i e porta raramente a qualcosa di buono.
Poi non dimenticate mai, se lo usate per conto vostro, che avete a che fare con un pezzo di gomma, più o meno stiloso: non c’è attaccato nessuno, a quella simpatica cosa vibrante. Vi darà piacere autentico e vi farà bene, senza dubbio, ma come fanno bene il nuoto e il pilates.
Come la ginnastica, insomma.
Il sesso vero, quello caldo e umido, e magari anche appassionato, è un’altra cosa.


04/03/15

VENIRE ALLA LUCE di Miss Holmes


Dicevamo pochi giorni fa dei vantaggi indiscutibili dello spegnere la luce.
A letto, s’intende.
Ma non bisogna dimenticare quanto eccitante possa essere invece accenderla, se si è abituati a nascondersi nel buio per pudore o timidezza.
So per certo che molte signore ancora preferiscono una più o meno blanda oscurità per le loro performance amatorie: sarà una tradizione, sarà riservatezza, sarà che qualcuna non è sicura dell’avvenenza delle proprie forme. Ma ve lo devo dire: ogni tanto sì, ma sempre al buio proprio non si può fare.


E allora clic! Accendete il lampadario, aprite le persiane, lasciate che la luce inondi l’alcova e sveli dettagli eccitanti permettendovi di osservare i corpi che si avvicinano, si toccano, si fondono e si amano.
La luce violenta di certi pomeriggi estivi al Sud, raggi di sole che entrano dalle finestre e investono caldi lenzuola, divani, tavoli di cucina, pavimenti, disegnando nel loro impetuoso calore i confini del luogo deputato all’amore, fosse solo per quella volta.


La luce rosata di una vecchia abat jour, che con grazia illumina solo una parte del letto, consentendo alla timidezza un rifugio a portata di mano.
La luce di un lampadario di cristallo, di quelli che si trovano nei saloni da ballo dei film, per andare a caccia di arcobaleni sulla pelle dell’amato.
Quella di una o di tante candele, che allungano le ombre e ridisegnano i corpi.


Ma anche quella penombra gentile, che si può creare aprendo solo un po’ gli scuri o appoggiando con garbo un vecchio foulard rosso sulla lampada accesa, che fa grazia a tutti, uomini e donne, di certi difettucci di cui si farebbe a meno volentieri, che però crucciano più noi che li portiamo che non l’amante che li ignorerà.


La luce apre il cammino alla vista e a letto guardare è importante. Vedrete il vostro corpo e quello di chi è accanto a voi. Vedrete linee morbide, vedrete la pelle che si fa più liscia, vedrete labbra che si aprono, capezzoli che si induriscono, sessi che si gonfiano: vedrete i corpi prepararsi al piacere e nel migliore dei casi a condividere il godimento. Vedrete dita che si intrecciano, bacini che si accostano, gambe che si avvolgono.
Poi, spero per voi, non vedrete più niente e non potrete fare a meno di concentrarvi su altro: ma fin qui ci sarete arrivati con gli occhi pieni della cosa più bella, almeno in quel momento.



Se incidentalmente poi fate sesso con una persona che amate e che vi ama, guardatele gli occhi e lasciate che guardi i vostri: ci sono sguardi che sono come fontane, vi rovesciano addosso desiderio e amore come acqua fresca nella canicola agostana. E niente di più si può chiedere al sesso, che quello sguardo e quel piacere che senza la luce proprio non si vedono.