Ecco!
Toltomi questo peso dalla coscienza non posso che salutare con gioia "TUTTI IN MOTO - Il mito della velocità in cento anni di arte", ossia la bella mostra curata da Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci che il 9 dicembre inaugura il Palazzo Pretorio di Pontedera, riconvertito dopo imponenti lavori di restauro a nuovo spazio espositivo della città. PALP il suo nome di evidente sapore tarantinesco.
Promossa dalla Fondazione per la
Cultura Pontedera, dal Comune di
Pontedera e dalla Fondazione Piaggio,
con il patrocinio dalla Regione Toscana, la mostra è dedicata
interamente al mito della velocità e al suo riflesso nelle arti figurative,
negli ideali di vita e nel costume sociale degli italiani, dalla fine del XIX
secolo agli anni del boom. Una sezione della mostra dedicata alle grandi opere è ospitata al Museo Piaggio dove si trova anche la mostra fotografica Futurismo, velocità e fotografia, curata da Giovanni Lista, che documenta l’approccio dei fotografi futuristi alla
velocità come mito della modernità.
Al PALP l'attenzione si posa all'inizio su
un’Italia ancora agreste, segnata dal tempo lento delle stagioni, in cui ci si
sposta ancora prevalentemente a piedi o a cavallo, e per mare si va a remi o
vela. Qui tra l'altro si scopre un piccolo, straordinario Ave Maria a trasbordo di Giovanni Segantini.
Poi
arrivano le macchine, la velocità, cambia il mondo e cambia il modo di rappresentarlo.
In questa trasformazione ci guidano le sale successive del palazzo, ognuna
dedicata ad un distinto mezzo di locomozione: il treno, il tram, il piroscafo,
la bicicletta, l’automobile, l’”omnibus”, la motocicletta, sino alla
mongolfiera, l’aerostato, e l’aereo a motore.
Oltre duecentocinquanta
opere, tra dipinti, sculture, fotografie di altrettanti grandi autori
dell’arte italiana – da Fattori, a Bianchi e Viani, sino a Ziveri, passando per
Severini, Baldessari e Carrà, o Boccioni, Balla e Depero – per sintetizzare il
riflesso prodotto sull’immaginario collettivo da questi mezzi meccanici in
continua evoluzione. Inoltre una gustosa galleria di manifesti che documentano l'attenzione del cinema degli anni '50 e '60 per lo sviluppo dei mezzi di trasporto e delle relazioni umane che ne conseguono.
Ecco apparire l’automobile: "Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello (l'automobile era maschile allora, ndr) della Vittoria di Samotracia" si legge nel Manifesto futurista del 1909. E' simbolo assoluto della modernità e si diffonde nelle classi alte della
popolazione in coincidenza con l’esplosione del verbo futurista (Cambellotti, Balla). Sarà l’ispiratrice
di molte tele futuriste (Balla),
insieme alla motocicletta,
quest’ultima prediletta per l’assimilazione e la compenetrazione fra pilota e
motore (Dottori, Sironi, Giannattasio,
Pannaggi, Tato e BOT).
Nel
secondo dopoguerra, poi, con l’approssimarsi della motorizzazione di massa,
automobili e moto ispireranno per la loro forma aerodinamica gli scultori della
nuova stagione astratta (Franchina).
La bicicletta spicca come il mezzo
semplice e geniale che ci accompagna dalla metà dell'Ottocento, prima legato al
bon ton della borghesia, poi diffuso in ogni strato sociale: bellissimo Il ciclista di Mario Sironi proveniente dalla Fondazione Salomon Guggenheim di Venezia.
Nel 1929, sulla suggestione delle imprese aeree dei trasvolatori, nasce una
nuova corrente pittorica, l’Aeropittura,
nella quale si assisterà alla multiforme celebrazione del tema del volo, dalla
prima enfatizzazione eroica alla cupa atmosfera delle incursioni di guerra,
descritte nelle opere di (Tato, Thayaht,
Regina, Depero, Dottori, Crali, Sironi, Peruzzi, Nomellini, Marinetti, Munari) .
La suggestione della velocità si estende in ambito futurista anche ai mezzi
navali. Gli artisti restituiscono sulle tele il fascino dei grandi piroscafi
che svettano all’orizzonte dei porti italiani e solcano gli oceani, di lì a
poco carichi di migliaia di italiani costretti sulle vie dell’emigrazione.
Nel non lontano Museo Piaggio ben 21 opere di grande formato che ripercorrono i temi affrontati a Palazzo
Pretorio. L’esposizione è arricchita da alcuni preziosi veicoli che hanno fatto
la storia della velocità su due ruote.
Si affianca al Museo Piaggio Futurismo, velocità e fotografia, curata da Giovanni Lista: attraverso più di cento fotografie di grandi autori (tra
i quali i fratelli Bragaglia, Tato, Azari,
Bellusi, Boccardi e Bertoglio) provenienti dalle più famose collezioni
mondiali, la mostra documenta il carattere molteplice dell’approccio estetico e
formale dei Futuristi al dinamismo, all’aerodinamismo e alla velocità.
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