14/05/15

AVREI BISOGNO DI CAREZZE ANCH'IO di Miss Holmes


Dicevamo dei baci, l’ultima volta.
Perché i baci sono come il colpo di inizio, la bandiera che si abbassa, il “via!” che fa partire la gara, ma poi, signore e signori, c’è da arrivare al traguardo, almeno se ne avete voglia. Baciarsi è sempre un buon modo per cominciare col sesso: i baci sono umidi, esplorativi ed eccitanti, viatico perfetto e introduzione sufficientemente dettagliata senza spiacevoli rivelazioni sul finale.
Per proseguire però, saltare troppo “in medias res”, ecco, non è proprio che dia ottimi risultati. Niente da rimproverare a chi si gode di tanto in tanto una fulminante sveltina, ma i tempi lunghi, con adeguato riscaldamento, di solito giovano al punteggio finale. E allora baciatevi, dicevamo, e tanto. Ma poi accarezzatevi anche, ché soprattutto se ancora non vi conoscete bene il corpo di chi vi sta accanto è un paesaggio sconosciuto da esplorare.
Seguite con le dita il profilo del viso, passate i polpastrelli sulle linee delle orecchie, indugiate sul collo e sulla misteriosa fossetta dove pulsa il battito del cuore (vi ricordate il “Bosforo di Almasy” nel “Paziente inglese”?). Avete mai leccato le sopracciglia del vostro amante? Sapete che sapore hanno? Succhiare le dita, una ad una, suona invece come una bella promessa, ma potete applicarvi anche ai lobi delle orecchie o ai capezzoli che vi verranno incontro sull’attenti. Il petto, le spalle, la schiena sono spazi aperti e selvaggi dove le mani possono sbizzarrirsi a stringere, massaggiare, afferrare, scivolare fino a saziarsi e a stordire; ma anche la gambe hanno i loro segreti, nascosti nella piega dietro le ginocchia, nella pelle tenera dell’interno coscia, nella rotondità reattiva dei muscoli.
Sarebbe un peccato perdersi l’occasione di disegnare una mappa del corpo desiderato. 
E farlo vuol dire imboccare la strada giusta per approdare con grazia e senza strattoni alla tappa fondamentale del sesso orale, di un cunnilungus praticato con esasperante destrezza o di una fellatio magistrale. Durezza lignea e umori abbondanti sono la ricompensa per chi decide di incamminarsi con calma, di costruire un climax sensuale, di godere e assaporare prima di esplodere nel piacere finale. Ci vuole tempo, è vero. Ma ne vale la pena. Per il piacere, ma anche per la conoscenza.

È anche vero però che non sempre si possono dedicare ore al sesso: anzi, è bene non scivolare nell’idea di una prolungata perfezione dell’accoppiamento. Potrebbe nuocere e far perdere occasioni più rapide ma non meno preziose. Vi aspetto dunque il prossimo giovedì con l’elogio della sveltina. Che ogni tanto ci vuole, fosse solo per rilassarsi un po’.

Nessun commento:

Posta un commento